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MotoGP, Marc Marquez paga per la sua indole e Mondiale 2020 addio? Grave perdita per la Honda e la categoria

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7-9 agosto, Brno (Repubblica): queste le coordinate spazio-temporali del prossimo appuntamento del Motomondiale. Il teatro è noto agli addetti ai lavori, perchè la pista ceca è un grande classico, con i suoi curvoni di grande percorrenza dove il manico ne serve e anche tanto. Doveva essere l’occasione del ritorno di Marc Marquez in sella alla Honda, dopo che l’asso nativo di Cervera aveva tentato il recupero lampo nel secondo round del Mondiale 2020 di MotoGP, facendo prevalere un qualcosa che unisce tutti i piloti: l’indole di provarci in ogni caso.

L’operazione per ridurre la frattura all’omero del braccio destro avrebbe rappresentato per tutti un impedimento importante, ma non per Marc che mai si sarebbe tirato indietro. Flessioni, consulto medico e con Honda hanno portato Marquez sulla RC213V in Spagna, ma questa voglia, guardandola ora, è costata caro. L’iberico, infatti, si è sottoposto a un nuovo intervento chirurgico all’arto fratturato. L’operazione si è resa necessaria a causa del danneggiamento della placca di titanio applicata all’omero nel corso della prima operazione. Il deterioramento è stato causato dallo stress a cui il pilota si è sottoposto. Risultato? Addio Brno e Stefan Bradl al suo posto.

Le conseguenze sono importanti. In primis, Marc si ritroverà molto probabilmente con un deficit in termini di punti ancor più ampio, ricordando il 50-0 con il francese Fabio Quartararo (leader attuale della categoria), ma a rimetterci sono anche la Honda e la stessa MotoGP. Di fatto, la scuderia di Tokyo non ha tra le sue fila piloti in grado di portare al limite come lo spagnolo la propria moto e veder tagliato fuori dal discorso vittoria un marchio così importante desta sensazione. E poi mancherà qualcosa anche alla classe regina. Non vi sono dubbi che Marquez sia un grande catalizzatore d’attenzione e la sua assenza per certi versi peserà agli organizzatori del Circus delle due ruote.

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In queste ore, visto quanto è accaduto, il tiro al piccione nei confronti del centauro, della squadra e dei medici che hanno dato l’ok in Spagna è partito. Se si guarda al passato, Marc non è stato il primo a voler tentare qualcosa che per noi è difficilmente concepibile e non sarà l’ultimo. Non va sottovalutato, di sicuro, il danno che ha causato a se stesso, ma allora quello che fece Jorge Lorenzo nel lontano 2013, quando appena 48 dopo un’operazione per una frattura scomposta alla clavicola corse ad Assen (Olanda) su uno dei circuiti più impegnativi e difficili, era da irresponsabile? Probabilmente sì, ma questo fa parte della storia di questo sport e va accettato, senza inutili parallelismi tra chi corre nella classe regina e chi fa altro nella vita.

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Foto: LaPresse

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