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MotoGP, un campionato senza padrone. Continui alti e bassi: conterà la costanza. Dovizioso ci crede. E Marc Marquez…

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“Quando il gatto il non c’è, i topi ballano”, recita un vecchio adagio. Metafora un po’ forte, ma sicuramente azzeccata per questo Mondiale 2020. L’infortunio con tanto di ricaduta patito da Marc Marquez ha aperto un autentico vuoto di potere nella MotoGP. Per quanto visto a Jerez de la Frontera, Fabio Quartararo appariva destinato a ereditare lo scettro dello spagnolo, tuttavia tra Brno e Spielberg, il francese è incappato in diversi errori, di guida e di gestione della gara, che gli hanno fruttato solamente un settimo e un ottavo posto.

Come se non bastasse, anche Maverick Viñales, seconda forza in campo sulla pista andalusa, si è perso tra la Repubblica Ceca e l’Austria, ricadendo nell’estrema incostanza di rendimento che ha sinora caratterizzato la sua carriera. Alla vigilia della stagione 2020, tutti i pronostici affermavano che l’Iride sarebbe stato una questione tra i “Tre Tenori”. Eppure, con Marquez fuori dai giochi, Quartararo e Viñales hanno inanellato due stecche consecutive a testa, rimettendo tutto in discussione. Alzi la mano chi, dopo il Gran Premio di Andalucia, avrebbe scommesso un centesimo sul fatto che le successive due gare sarebbero state vinte da Brad Binder e Andrea Dovizioso.

Ciò che impressiona maggiormente è il numero di piloti dimostratisi competitivi per le primissime posizioni. Abbiamo visto salire sul podio Valentino Rossi, Franco Morbidelli, Jack Miller, Johann Zarco e Johan Mir. Alla compagnia si sarebbe aggiunto anche Francesco Bagnaia senza il motore andato arrosto nel secondo appuntamento di Jerez de la Frontera. Inoltre, quest’oggi, Alex Rins avrebbe potuto dire la sua per il successo. Infine non va dimenticato come persino l’irruento Pol Espargarò abbia dimostrato di poter ambire alle primissime posizioni.

Insomma, stiamo vivendo una stagione stranissima, senza alcun padrone. Non a caso, Dovizioso è tornato prepotentemente in corsa per il titolo e piloti con due soli risultati di grido in quattro gare, quali Viñales e Binder, sono rispettivamente terzo e quarto nella classifica generale. È ormai evidente come possa accadere davvero di tutto. In tal senso potrebbe essere fondamentale la costanza di rendimento ad altissimo livello. Restare sempre in zona podio, rischia di essere più importante che ottenere saltuarie vittorie alternate a passaggi a vuoto. Ecco perché, a questo punto, Dovizioso ci può credere. D’altronde lui, negli anni scorsi, ha fatto della solidità il suo punto di forza e la situazione non è certo compromessa in ottica iridata, soprattutto se dovesse confermarsi anche settimana prossima sul livello espresso in questo weekend.

E Marc Marquez? Il rientro è previsto per Misano, il che vorrebbe dire che il sei volte Campione del Mondo della MotoGP dovrà giocoforza contare su un massimo di nove risultati, quando tutti gli altri avversari ne potrebbero marcare quattordici. Verosimilmente, l’iberico nella peggiore delle ipotesi si troverà ad avere un ritardo nell’ordine dei 90 punti dal leader iridato dopo il Gran Premio di Stiria.

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Alla luce della situazione attuale, l’idea di recuperare 90 punti in nove gare appare folle. Eppure, se il livello medio è questo, il vero Marquez potrebbe anche farci un pensierino. Certo, non potrebbe sbagliare niente, dovrebbe avere qualche aiuto dalla sorte e soprattutto dovrebbe essere al 100% delle sue potenzialità. Ora come ora sembra difficilissimo, ma non impossibile. Molto dipenderà dal risultato della prossima settimana, perché se i big dovessero disperdere altri punti, sarebbe un altro vantaggio per Marc. Inoltre bisognerà capire quali saranno le sue condizioni di salute al rientro, previsto per metà settembre. Chissà che questo Mondiale sinora imprevedibile, possa riservarci qualche altra clamorosa sorpresa

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Foto: Valerio Origo

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