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MotoGP, Valentino Rossi e il tallone d’Achille delle qualifiche ormai cronico

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Valentino Rossi deve fare i conti con un punto debole ormai cronico in questo finale di carriera: le qualifiche. E’ ormai una prassi consolidata per il Dottore compromettere un risultato di prestigio in gara sin dal sabato. I numeri sono impietosi: nono a Jerez, decimo a Brno, dodicesimo la scorsa settimana a Spielberg, quindicesimo oggi dopo la caduta nel corso delle battute finali della Q1 (scatterà 14° grazie alla penalità comminata a Johann Zarco). Rappresenta un’eccezione la quarta piazza sulla griglia di partenza nel GP di Andalucia, dove non a caso maturò anche il primo e finora unico podio di questa stagione.

Negli ultimi anni il giro secco non è mai stato la specialità della casa per il 41enne di Tavullia. Dal 2014 in poi ha ottenuto appena sei pole-position, l’ultima risalente al GP d’Italia 2018. Sono dodici le gare in cui non agguanta la prima fila, ovvero dal GP di Gran Bretagna 2019. Il problema delle qualifiche è concreto e di difficile risoluzione. Il Dottore, per ragioni anagrafiche, non possiede più quel pizzico di incoscienza che consente di avvicinare e superare i propri limiti. In termini di velocità pura, sul giro secco, paga dazio nei confronti di tanti piloti, compensando però con l’esperienza ed una migliore gestione della gara.

Le qualifiche si stanno tuttavia trasformando in una pesante zavorra per le ambizioni d’alta classifica del pesarese. A Brno, nel corso delle prove libere, Rossi aveva sfoderato dei long-run autorevoli, cullando persino l’ambizione di giocarsi la vittoria. Peccato che il sogno fosse sfumato ben presto dopo la decima posizione al sabato; il quinto posto in gara non aveva fatto altro che accrescere i rimpianti.

Il nove volte campione del mondo giunse nuovamente quinto nel GP d’Austria del 16 agosto, questa volta dopo aver recuperato dalla dodicesima casella. Anche in questo caso, soprattutto nei giri conclusivi, aveva palesato un passo da podio, tuttavia il gap nei confronti degli avversari si era ormai dilatato in maniera irreversibile. E qui veniamo al nocciolo della questione: partire così indietro sullo schieramento obbliga il centauro italiano a perdere diversi secondi nel corpo a corpo con avversari più lenti, vedendo inevitabilmente scappare via il treno buono per le posizioni nobili.

Anche nel GP di Stiria si preannuncia una gara in rimonta per il n.46. Il passo mostrato nel corso delle FP3 ed FP4, pur distante dalle rampanti Ktm e Suzuki, è da considerarsi solido e tale da mettere nel mirino almeno le prime dieci posizioni. Rossi, inoltre, rispetto agli altri piloti Yamaha, in grande difficoltà sul circuito austriaco, riesce a gestire meglio il degrado delle gomme anche nelle tornate conclusive. Sarà fondamentale una partenza incisiva, altro fondamentale dove peraltro il nativo di Urbino non sta brillando in questo avvio di stagione. La sensazione è che un piazzamento non distante dalla top5 possa rappresentare il traguardo massimo possibile: servirà un’autentica impresa per fare meglio. La logica conseguenza di una cronica mancanza di competitività in qualifica.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Shutterstock.com

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