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Nuoto, Matteo Giunta: “Federica Pellegrini ha fatto più di quanto si pensi. A Tokyo? I 200 sl sono una specialità molto difficile”

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Vincere aiuta a vincere, ma spesso è anche un peso non indifferente. Oneri e onori verrebbe da dire, ma Federica Pellegrini c’è abituata. Lei che, nel lontano 2004 con quell’argento olimpico, ha dovuto fare i conti con una quotidianità stravolta e per una ragazzina di 16 anni non è stato semplice. Di acqua ne è passata sotto i ponti, nel vero senso del termine, e la pandemia ha complicato il target “Olimpiadi atto V”.

Nonostante le primavere siano 32, l’azzurra vuol regalarsi l’ultimo canto l’anno venturo a Tokyo, sperando che l’emergenza sanitaria sia un brutto ricordo e che la magia dei Giochi sappia contagiare di ottimismo gli appassionati. Lei si presenta da campionessa del mondo in carica dei 200 stile libero e con la voglia di concludere nel miglior modo possibile il proprio percorso. A parlare di quanto è accaduto e anche di quello che sarà, è stato il suo tecnico Matteo Giunta, intervistato da OA Sport (in collaborazione con Sport2U), nel corso della puntata di Swim2U condotta da Enrico Spada e da Giandomenico Tiseo.

Per Giunta la stagione 2020 è agonisticamente conclusa e il Trofeo Settecolli (11-13 agosto) sarà un modo per rimettersi in moto: “E’ una competizione per ritornare alla normalità. Il mio programma prevede una ripresa degli allenamenti a regime da settembre. A mio avviso, vista la scadenza a lungo termine, era opportuno darci questa sorta di crono-programma. Ho deciso di seguire questa metodologia di allenamento in modo che la gestione dei carichi fosse tale che successivamente non vi saranno particolari problemi“, le parole del tecnico.

Per Pellegrini, comunque, una stagione particolare quella che si prospetta, essendo olimpica e verosimilmente l’ultima: “Con Federica, ogni anno è stato un po’ a sé. Nel 2019, ad esempio, non eravamo certi di nuotare il 200 sl fino al Settecolli, proprio perché veniva da un anno di ripresa dopo il 2018 (anno alternativo). Alla soglia dei 31 anni, bisognava capire quanto potesse reggere gli allenamenti. E’ stato, quindi, un processo continuo che poi ha portato alla decisione di gareggiare, tenuto conto delle sue risposte in acqua. Quest’anno, dopo la vittoria del Mondiale, le aspettative sul suo conto sono cresciute in maniera esponenziale, però il nostro approccio è rimasto sempre lo stesso. Siamo in una condizione particolare e di tante incertezze per via della pandemia. Quando c’è stata la comunicazione del rinvio delle Olimpiadi, non è mancata la delusione perché lei stava seguendo fedelmente e con i tempi giusti la preparazione. Poi, vedendo il contesto nella sua totalità, non si è potuto far altro che accettare quanto stabilito“.

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E quando verrà il momento di attaccare cuffia e costume al chiodo? “Lo accetterò serenamente. Lei, secondo me, ha già fatto molto di più di quello che si potesse pensare. Credo che mancherà tanto al nuoto mondiale perché è ed è stata qualcosa di incredibile“. Una provocazione, poi, non poteva mancare e riguarda chi sottolinea quanto la campionessa di Spinea potesse ottenere di più a livello olimpico. La risposta di Giunta è molto chiara: “Nel 2004 Federica ha vinto l’argento nei 200 sl con 1’58” e nel 2008 ha ottenuto l’oro con 1’54″8, nel 2012 si vinceva con 1’53″6, l’anno scorso ai Mondiali ci sono state quattro atlete che hanno nuotato 1’54”. C’è stata un’evoluzione notevolissima in questa specialità, come anche nella rana maschile. Se non ci fosse stata questo andamento, Federica avrebbe vinto sempre ai Giochi. Il problema è che lei ha dovuto fare i conti con un livello molto alto e nello stesso tempo con aspetti legati alla sua persona e al proprio fisico per l’età. Non è così semplice e poi succede sempre che alle Olimpiadi ci siano degli exploit incredibili. Ci sono meteore e poi atlete che hanno cambiato le regole del gioco. E’ tutto molto difficile perché se non si è in condizioni perfette non si riesce a centrare l’obiettivo. Resta il fatto che se si va a guardare la costanza di rendimento, Federica c’è sempre, che sia finale o medaglia, in una gara davvero molto complicata. Ledecky, che ha vinto alle Olimpiadi nel 2016, non si è più imposta se vogliamo dirla tutta“. E quindi a Tokyo? “Ne riparliamo più avanti“.

IL VIDEO DELL’INTERVISTA A MATTEO GIUNTA

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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