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Tour de France 2020, chi sale e chi scende. I responsi dopo la prima tappa. Sagan a due facce

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La prima frazione del tormentato Tour de France 2020 non ha di certo deluso le attese, regalando cadute, emozioni ed un vincitore inaspettato al traguardo. Ad imporsi è stato il velocista norvegese Alexander Kristoff, bravo a regolare tutti gli altri sprinter nella volata di gruppo finale. Tanti sono gli spunti interessanti deducibili da questo primo episodio di una Grande Boucle che ha fatto capire sin dal suo prologo di essere tutt’altro che pronosticabile.

CHI SALE…

Alexander Kristoff – Il norvegese, nemmeno preso in considerazione per la vittoria finale da alcuni dei più quotati book-makers, ha sorpreso tutti con una volata regale, gestita con pazienza ed esperienza. Da tempo entrato in una parabola discendente della sua sfavillante carriera, questo successo potrebbe dare il là ad una sua seconda giovinezza. Per scoprirlo basterà osservarlo già dalle prossime tappe, che cercherà di affrontare con la gialla addosso.

Mads Pedersen – Outsider per eccellenza, il giovanissimo campione del mondo si infila in una volata in cui nessuno lo pronosticava, riuscendo a prendere la scia di Kristoff e ad aggiudicarsi la seconda posizione finale e la maglia bianca di miglior giovane. Incredibile come, pur con la maglia arcobaleno addosso, il gruppo tenda troppo spesso a sottovalutarlo e lui sia lesto ad approfittarne.

Tadej Pogacar – Arrivare in gruppo in una tappa in volata può sul serio rappresentare un successo per un corridore con le sue caratteristiche? Sì, se i grandi favoriti della generale Pinot, Roglic, Bernal, Quintana e Lopez finiscono tutti a terra nel corso della prima frazione. La sensazione è che lo sloveno abbia una sensibilità alla guida eccellente ed una grande capacità di lettura delle situazioni in gruppo, carte che potrebbero rivelarsi letali in un Tour de France confuso e impronosticabile come questo.

Peter Sagan – Non ha vinto, è vero, e se si parte con otto maglie verdi nel palmarès questo sembra essere già abbastanza per definire fallimentare una tappa con arrivo in volata per il velocista slovacco. Guardando meglio la classifica della maglia verde si nota invece che il tre volte campione del mondo, seppur giunto quinto al traguardo, è già al terzo posto, grazie alla carta con la quale ha stroncato ogni avversario negli ultimi anni: i traguardi volanti. La capacità del velocista di entrare nelle fughe ed essere letale negli sprint intermedi si è già intravista e rischia di risultare per l’ennesima volta letale.

CHI SCENDE…

Team Ineos Grenadier – Inizia male il Tour de France della corazzata britannica, che vede subito uscire di classifica uno dei suoi prospetti migliori, il russo Pavel Sivakov, coinvolto in più di una caduta nel corso della tappa e arrivato demoralizzato e malconcio al traguardo finale. Prestazione opaca anche per Egan Bernal, che si è fatto sorprendere in discesa, salvo rientrare.

Thibaut Pinot – Continua il suo difficile rapporto con la Dea Bendata il francese, che finisce a terra sulla linea dell’azzeramento. Non perderà secondi importanti ma giungerà al traguardo con evidenti escoriazioni su tutto il corpo e un viso scuro, nervoso e profondamente deluso. Già da domani vedremo i danni della caduta odierna, nella speranza che il transalpino possa esprimere al 100% il suo enorme talento.

Miguel Angel Lopez – Non tanto per la caduta in sè, che non lo vede tra l’altro nemmeno andare a terra o perdere chissà quale mole di secondi. La nota negativa della tappa di oggi del colombiano è la solita scarsa capacità di lettura delle situazioni di corsa che dimostra di possedere, chiedendo ai suoi di tirare in un tratto di discesa molto scivoloso (proprio lui che non è di certo un ottimo discesista) e finendo ad essere penalizzato dalla sua stessa strategia. Già da domani arriveranno le montagne e, specialmente in questo Tour, il sudamericano dovrà presto capire che non gli potrà bastare una buona gamba per competere per le posizioni che contano della classifica generale.

michele.giovagnoli@oasport.it

 

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Foto: Lapresse

 

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