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Tour de France 2020, Fabio Aru: “Non ho in mente grandi obiettivi. Inizierò la corsa con tranquillità, poi vedremo”

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Fabio Aru è pronto per il suo quarto Tour de France. Il sardo della UAE Team Emirates affiancherà il giovane Tadej Pogacar nella scalata verso la top ten, in una Grande Boucle che sorride, per tutte e tre le settimane, agli scalatori del gruppo. Reduce da due annate da dimenticare, il trentenne di Villacidro è chiamato ad un riscatto personale per dare una svolta pesante a questa carriera da uomo chiave dell’Italia, con Vincenzo Nibali, nelle grandi corse a tappe.

Intervenuto nella conferenza stampa organizzata dalla stessa UAE Team Emirates su Zoom, per rispettare le norme sanitarie, l’ex campione italiano e vincitore della Vuelta a España 2015, ha risposto alle varie domande poste dai giornalisti sui suoi obiettivi per questo Tour, la condizione fisica attuale, e la convivenza con il capitano designato Tadej Pogacar. 

Scrutando gli avversari in questi pochi mesi di gare, Aru ha notato un livello molto alto da parte di diversi corridori: “Mi immagino che in questo Tour ci possa essere sin dall’inizio un ritmo elevato, ma anche tante sorprese”. In questa Grande Boucle per scalatori ci saranno anche diverse frazioni che il campione sardo potrebbe cerchiare in rosso: “Abbiamo fatto qualche ricognizione con la squadra. Una in particolare, bella e impegnativa, è quella che arriverà al Col de la Loze (17esima). Devo dire che è un Tour molto duro. Già da domani ci sarà qualche salita, ma domenica sarà ancor più impegnativa come tappa. La terza settimana sarà durissima”.

Sulla sua condizione personale invece, Aru è apparso molto realista: “Ho fatto un po’ di gare dopo la ripresa stagionale. Ho avuto una giornataccia al Lombardia. Da lì sono stato in altura per una decina di giorni. Durante le prime corse ho avuto l’occasione di stare con i primi, dove ho visto un livello molto alto. Io non ero ancora così in forma al 100%, e mi aspetto una prima settimana non all’altezza degli altri. Starò a vedere come andrà la corsa. Bisognerà stare attenti. Inizierò questo Tour con tranquillità e concentrazione; ma con la consapevolezza di non essere al livello di alcuni”.

Medesimo discorso per gli obiettivi: “Al momento non ho in mente grandissimi obiettivi, soltanto di vedere a che punto sono all’inizio del Tour. Come si è visto nelle ultime gare, ci sono state tante sorprese anche in corse di cinque giorni; immaginate in tre settimane così dure”. Aru vuole scacciare il passato e le critiche che lo hanno circondato nelle due ultime stagioni: “Sicuramente a parole si riesce a far poco. Io ci ho sempre messo tanto impegno e la massima professionalità. Ho cominciato la stagione con i primi, e nella prima giornata No sembrava fosse caduto il mondo. Ma il mondo è ancora in piedi. Da domani vedremo”.

In UAE Team Emirates si punta soprattutto su Pogacar, il capitano designato per questa Grande Boucle, che Aru è pronto a supportare: Quando c’è stata la necessità di farlo, mi sono sempre messo a disposizione dei miei compagni di squadra. Lo farò con molto piacere. Tadej è un ragazzo molto giovane e forte. L’anno scorso ha dimostrato di fare grandissime cose. Questo sarà il suo primo Tour, ma visto ciò che ha già dimostrato al Delfinato e a inizio stagione, non sarà un grandissimo problema per lui. Potremo dargli dei consigli validi per affrontare le varie giornate, e ovviamente l’aiuto giusto”.

L’auspicio è anche quello di vedere delle belle prestazioni da parte della coppia azzurra della UAE Team Emirates formata dallo stesso Aru e da Davide Formolo: “Non abbiamo ancora fatto la riunione. Al momento non sappiamo quali saranno i nostri ruoli. Sicuramente correremo uniti. Il nostro compito sarà quello di stare davanti al gruppo in salita. Speriamo di fare al meglio il nostro lavoro”.

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Foto: Lapresse

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