Ciclismo
Tour de France 2020, Tom Dumoulin svantaggiato dal percorso: soltanto 36 i chilometri a cronometro
Dopo tre stagioni con la maglia del Team Sunweb, a inizio anno Tom Dumoulin ha deciso di iniziare un nuovo percorso ed è stato il rinforzo di lusso della Jumbo-Visma, che l’ha aggregato a una squadra di altissimo livello. L’olandese, che compirà 30 anni a novembre, al Tour de France formerà un super trio con Primoz Roglic e Steven Kruijswijk: i pochi chilometri a cronometro non lo favoriscono, ma la condizione fisica è in netta crescita e l’entusiasmo è quello di un bambino all’ingresso di un parco giochi.
Il 2019 di Dumoulin è stata un’annata da dimenticare, caratterizzata da diverse cadute e da nessun successo. La Farfalla di Maastricht sentiva dunque la necessità di voltare pagina e la Jumbo-Visma, da lui subito definita “il miglior team al mondo”, sembra avergli ridato i giusti stimoli per tornare a competere ai massimi livelli. Dumoulin è rimasto impressionato da Roglic, vincitore al Tour de l’Ain e leader anche al Giro del Delfinato prima di essere costretto al ritiro: proprio la caduta dello sloveno, unita a quella di Kruijswijk, potrebbe ribaltare le gerarchie all’interno della squadra neerlandese in vista del Tour de France e lasciare maggiore spazio al corridore ex Sunweb.
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Il percorso della 107esima edizione della Grande Boucle non è però favorevole a Dumoulin, soprattutto per la scarsezza di chilometri a cronometro, specialità nella quale l’olandese va fortissimo e in cui si è laureato campione del mondo nel 2017. Infatti, tra le 21 tappe del Tour ci sarà solamente una frazione a tempo: si tratta dei 36,2 km da Lure a La Planche des Belles Filles (ventesima tappa), che difficilmente potranno fare la differenza in una corsa dominata dalle montagne. Dumoulin, al termine del Giro del Delfinato, ha dichiarato che non si sentiva così bene dal Tour de France 2018, edizione in cui arrivò secondo alle spalle di Geraint Thomas. Il settimo posto nella classifica generale del Criterium, a due minuti dal vincitore Daniel Martinez, dice però che c’è ancora tanto lavoro da fare, ma la Farfalla di Maastricht è carica a mille ed è determinata a tornare a volare.
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antonio.lucia@oasport.it
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Foto: LaPresse