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US Open 2020: i favoriti. Novak Djokovic sopra tutti, da verificare le condizioni di chi potrebbe batterlo
L’edizione più particolare degli US Open, diventati secondo Slam dell’anno, prenderà il via lunedì. E lo farà senza diversi big: Roger Federer ha deciso di fermarsi per l’intero anno causa doppia operazione, Rafael Nadal ha invece preferito concentrarsi sulla stagione sulla terra rossa invece di difendere il titolo (cosa che, comunque, non gli porterà punti persi in base alla rimodulazione del ranking). Una scelta, questa, condivisa anche da Fabio Fognini, mentre ragioni differenti sono alla base dei forfait del francese Gael Monfils, dell’australiano Nick Kyrgios, dello svizzero Stan Wawrinka e di altri che avrebbero potuto mettere in difficoltà Novak Djokovic.
Il serbo, numero 1 del mondo, arriva a New York con i galloni anche di primo favorito, e del resto non potrebbe essere altrimenti, dal momento che si è dimostrato pronto alla ripresa delle operazioni sul puro piano tennistico. Tre sono le occasioni in cui ha trionfato sui campi dello USTA Billie Jean King National Tennis Center: 2011, 2015 e 2018. L’assenza di diversi giocatori per lui particolarmente pericolosi lo mette indubbiamente a proprio agio nella corsa al suo Slam numero 18, che lo porterebbe nei pressi di Nadal e Federer nel novero di coloro che puntano a chiudere la carriera con il maggior numero di titoli nei quattro tornei maggiori.
L’avversario principale dovrebbe essere Dominic Thiem, ma sull’austriaco pendono tanti dubbi. Al Western & Southern Open è andata in scena la sua ombra, e a questo punto è legittimo chiedersi se vedremo il vero Thiem nella più importante tornata di partite a Flushing Meadows. L’anno scorso fu sconfitto subito da Thomas Fabbiano, quest’anno l’obiettivo sarebbe quello di avvicinarsi al numero 2 del ranking mondiale occupato da Nadal. A parte i quarti del 2018 contro l’iberico, però, le sue statistiche newyorkesi non sono particolarmente allegre.
Lo spazio, dunque, può prenderselo Daniil Medvedev: il russo lo scorso anno ha già raggiunto la finale, è andato vicinissimo a rimontare Nadal, e avrebbe così coronato un’estate storica. Bisogna vedere se sarà replicabile quello stato di grazia completo che gli ha permesso di fare il grande balzo nella classifica mondiale. La sconfitta di stanotte con lo spagnolo Roberto Bautista Agut, in qualche modo, non giunge come un’eccessiva sorpresa, ma di sicuro dice che potremmo non essere di fronte allo stesso Medvedev di un anno fa.
Anche con un piccolo aiuto da parte del sorteggio, Stefanos Tsitsipas potrebbe realisticamente ritagliarsi un ruolo molto interessante in qualità di avversario di Djokovic. Il greco ha disputato meno Slam di Alexander Zverev, ma rispetto al tedesco è riuscito a mettere in piedi un ruolino di marcia più interessante. Deve però trovare la quadra in terra americana, perché nello Slam di New York finora non è mai riuscito a dare quello che sa. Se il 2020 sarà il suo anno, lo si scoprirà; quanto a Zverev, invece, dalla scorsa stagione ha invertito decisamente il ruolino di marcia, “mancando” solo Wimbledon e mostrando, con la semifinale australiana, che forse il suo momento sta arrivando. I grossi dubbi, però, glieli ha messi Andy Murray nel Masters 1000 in corso.
Sullo sfondo rimane Matteo Berrettini: a norma di ranking sarebbe in automatico il sesto favorito del tabellone, ma resta da capire se riuscirà a ritrovare in pochi giorni una condizione in grado di farlo entrare in forma esattamente quando conta, cioè durante lo Slam. Di solito le scelte del suo team, con Vincenzo Santopadre in testa, sono giuste, ma in questo caso va anche ricordato che il romano è tornato a giocare un match ufficiale, tra una motivazione e l’altra, dopo sette mesi. In altre parole, se ci dovesse essere necessità di aspettarlo, non sarebbe una prospettiva poi tanto fuori dal mondo.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse