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Vuelta a Burgos 2020: Fabio Aru, un nono posto che non allontana i dubbi

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Doveva essere la stagione della rinascita per Fabio Aru. La pandemia che ha sconvolto questo 2020 però ha fermato in parte tutto. Con il contratto in scadenza proprio a fine anno, il sardo era obbligato a dimostrar qualcosa per magari tornare ad essere il corridore che nel 2015 dava spettacolo tra Giro d’Italia e Vuelta di Spagna o nel 2017 ne aveva per essere a livello dei migliori al Tour de France.

Dopo qualche annata sottotono, sia per motivi fisici che per motivi psicologici, il sardo si era ripromesso di provare a tornare al top. L’UAE Emirates non ha mai abbandonato uno dei propri capitani, anzi, spesso e volentieri l’ha difeso anche al termine di prestazioni tutt’altro che eccellenti. Fondamentale però sarà riuscire ad agguantare qualche risultato per poter firmare un nuovo contratto.

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Per il momento la prima uscita dopo la ripartenza post lockdown non ha allontanato del tutto i dubbi che gravitano attorno al Cavaliere dei Quattro Mori. Alla Vuelta a Burgos, dominata da uno spaziale Remco Evenepoel, Aru ha chiuso in nona posizione in classifica generale. Una top-10 sufficiente, ma non strepitosa, vista una startlist tutt’altro che di livello stellare. In entrambe le tappe di montagna il sardo ha patito dai migliori perdendo sempre più di un minuto dalla vetta: l’obiettivo della stagione è il Tour de France, a fine agosto, servirà trovare una condizione molto migliore per provare a cambiare le carte in tavola.

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Lapresse

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