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Atletica, Mo Farah e Sifan Hassan da record del mondo sull’ora. Duplantis fallisce 6.15, vince Desalu
A Bruxelles (Belgio) è andata in scena la quarta tappa della Diamond League 2020, il massimo circuito internazionale itinerante di atletica leggera. Grande spettacolo allo Stadio Re Baldovino per il tradizionale Memorial Van Damme, impreziosito da prestazioni di primissimo piano.
L’olandese Sifan Hassan ha timbrato il nuovo record del mondo sull’ora di corsa: l’olandese ha completato 18,930 km in sessanta minuti e ha così stracciato quanto fatto dodici anni fa dall’etiope Dire Tune a Ostrava (18,517 km). La 27enne etiope, Campionessa del Mondo dei 10000 e dei 1500 metri, ha eguagliato il precedente primato quando mancava ancora un minuto e poi lo ha migliorato di 413 metri: sfruttate benissimo le lepri, poi il lungo testa a testa con la keniana Brigid Kosgei, battuta proprio nel finale (seconda con 18,904 km). L’italiana Silvana Cruciata perde così il record europeo che durava addirittura dal 1981 (18,084 km a Roma).
Mo Farah si è aggiunto alla festa col nuovo record del mondo sull’ora. Il britannico, già Campione del Mondo e Olimpico su 10000 e 5000 metri, ha percorso 21,330 km in sessanta minuti e ha così migliorato quanto fatto dalla leggenda Haile Gebrselassie (21,285 km a Ostrava nel 2007) battendo il belga Bashir Abdi di otto metri.
Armand Duplantis inseguiva il record del mondo all’aperto nel salto con l’asta detenuto da Bubka, ma ancora una volta non è riuscito a superare il muro di 6.15 metri. Il primatista mondiale indoor si è reso protagonista di un percorso netto fino a un rotondo 6.00 metri, poi ha fatto alzare l’asticella ma l’impresa non è riuscita. Il belga Ben Broders chiude al secondo posto (5.70 alla prima, poi tre nulli a 5.80), terzo lo statunitense Christopher Nilsen (5.60 alla seconda). I nostro Claudio Stecchi chiude in quarta piazza con 5.60 alla terza prova, poi esce con tre nulli a 5.70 ma riscatta il “no misura” degli Assoluti.
Bella affermazione del nostro Eseosa Desalu, che domina i 200 metri con un incoraggiante 20.39, non così lontano dal suo stagionale di 20.35. L’azzurro non ha avuto rivali sul mezzo giro di pista, lo slovacco Jan Volko (20.81) e il ceco Jiri Polak (20.89) non hanno potuto nulla contro il nostro portacolori, capace di un personale di 20.13.
La keniana Faith Kipyegon voleva dare l’assalto al primato mondiale dei 1000 metri, ma è arrivata a un secondo dalla prestazione della russa Svetlana Masterkova (2:28.98): il 2:29.92 è comunque un bel tempo dopo il 2:29.15 siglato poche settimane fa a Montecarlo. Ovviamente lontane la spagnola Esther Guerrero (2:35.64) e la canadese Lindsey Butterworth (2:37.26), quinta Eleonora Vandi (2:38.48).
Sui 100 metri femminili si impone la belga Rani Rosius con un discreto 11.43, battendo nettamente la francese Carolle Zahi (11.56) e l’azzurra Irene Siragusa (11.57), mentre Vittoria Fontana si è fermata in settima posizione (11.74). Il 19enne norvegese Jakob Ingebrigtsen ha dominato i 1500 metri, facendo letteralmente gara da solo e chiudendo col tempo di 3:30.69, infliggendo distacchi siderali allo spagnolo Jesus Gomez (3:34.64) e al keniano Boaz Kiprugut (3:37.93). Nulla di particolarmente rilevante sui 400 metri femminili dove la polacca Iga Baumgart-Witan festeggia in 52.13, lasciandosi alle spalle la slovena Anita Horvat (52.70) e la connazionale Patrycja Wyciszkiewicz (52.78), quinto posto per Alice Mangione (52.85). Nulla di eclatante nel salto in alto, dove all’australiana Nicola McDermott basta superare 1.91 alla prima prova per sconfiggere le svedesi Erika Kinsey (1.88 alla seconda) e Sofie Skoog (1.88 alla terza).
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stefano.villa@oasport.it
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Foto: Lapresse