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Basket, Serie A 2020-2021: i giovani italiani da seguire. Casarin, Bortolani e Procida tra i protagonisti del futuro

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Ci si avvicina al debutto della Serie A 2020-2021 con curiosità non solo per le grandi stelle impegnate (Sergio Rodriguez, Milos Teodosic, Kyle Hines) e per gli italiani di spicco al via (Gigi Datome, Awudu Abass, Marco Spissu). Ma l’obiettivo sarà puntato anche su una nidiata di giovani molto interessante. In questa sede ne vedremo in particolare sette.

C’è una precisazione doverosa da fare: in questa sede il criterio utilizzato fa sì che si guardi ai giocatori nati dopo il 1° gennaio 2000. Non si troveranno, quindi, riferimenti ai classe 1997, 1998 e 1999 che sarebbero comunque meritevoli di citazione (in ordine sparso, Andrea Pecchia, Davide Moretti, Andrea Mezzanotte, Leonardo Totè, Tommaso Baldasso per citare figure già nel giro della Nazionale maggiore in differenti periodi).

Un giocatore che ha già assaporato la maglia dell’Italia è Giordano Bortolani, che quest’anno con Brescia affronterà la sua prima stagione nella massima serie. Classe 2000, è cresciuto nelle giovanili dell’Olimpia Milano, per poi approdare prima a Legnano e poi a Biella. In casa Olimpia si sono accorti dei suoi progressi, tanto da avergli messo in mano un quinquennale, ed in questo primo anno la soluzione è del prestito alle dipendenze di coach Vincenzo Esposito. Con quasi 15 punti di media nell’ultima stagione biellese è stato uno dei migliori italiani dell’ultima Serie A2, e Meo Sacchetti gli ha dato fiducia portandolo a Napoli e in Estonia nelle qualificazioni agli Europei, dove ha chiuso la sfida con la Russia con una tripla. In Supercoppa ha guadagnato fiducia con il passare delle partite, fino ai 17 punti in 22 minuti nella sconfitta contro Varese.

Il prospetto sul quale in tanti puntano gli occhi è Davide Casarin, che sarebbe il miglior 2003 azzurro in circolazione se non esistesse Matteo Spagnolo. Alla Reyer Venezia ne è stata decisa la promozione in prima squadra, un segnale di fiducia importante che è stato ripagato con minuti di qualità in Supercoppa anche contro Milano. Le maglie azzurre giovanili cominciano a stargli anche abbastanza strette (e nelle prossime manifestazioni giovanili, ove disputate, sarà il faro assoluto), e l’aver già esordito anche in EuroCup nella scorsa annata può diventare un’altra piccola fonte di aiuto. Di giocatori importanti davanti ne ha, di tranquillità per poter crescere senza troppe pressioni anche.

Nella scorsa stagione si temeva che le parole su Gabriele Procida pronunciate da Cesare Pancotto in avvio di stagione, cioè che avrebbe avuto i suoi buoni minuti da protagonista, sarebbero rimasti lettera morta. Invece no: il talento del comasco, guardia classe 2002, si è rivelato, oltre che con la maglia azzurra delle Nazionali giovanili, tutto nelle tre triple che hanno incantato il PalaDesio contro la Reyer Venezia, poi risultate nei fatti decisive. In Supercoppa non è riuscito a essere particolarmente brillante, ma ha al fianco altri ragazzi affamati di gloria che possono aiutarlo a mettere insieme delle prestazioni che possano portarlo davvero all’attenzione del grande pubblico.

In casa Fortitudo Bologna Meo Sacchetti ha preso due decisioni importanti. La prima è quella di tenersi stretto Niccolò Dellosto, che già Antimo Martino aveva positivamente inserito in più frangenti nell’annata 2019-2020 e che, in Supercoppa, ha avuto un ruolo importantissimo in particolare nel derby di ritorno, con una dimensione dall’arco che si lascia osservare. La seconda è quella di prelevare Mattia Palumbo da quella Treviglio che ha già dato, nell’epoca di Adriano Vertemati (ora diventato assistente di Andrea Trinchieri al Bayern Monaco), tantissimi giocatori di livello alla Serie A. Il play romano, che come Dellosto è classe 2000, è considerato parte degli uomini del futuro della nostra pallacanestro in maniera tangibile; non per caso la Effe se l’è assicurato per quattro anni, un progetto che significa lunga durata.

La sesta storia che può arrivare da questa Serie A è quella di Mouhamet Rassoul Diouf, per tutti noto semplicemente come Momo. Classe 2001, origini senegalesi, ha acquisito a Reggio Emilia la formazione italiana e, nel 2019, ha firmato con l’attuale Unahotels un contratto quadriennale: un investimento importante per un ragazzo che ha già avuto la vetrina della Nazionale Under 18, oltre a saper dare una mano vicino a canestro in un periodo particolarmente complicato per la sua squadra in termini di assenze. Dietro di lui sta crescendo anche il classe 2003 Ibrahima Chan, che ha destato buona impressione in Supercoppa: gambiano, non ha ancora ottenuto la formazione italiana completa, ma a quel punto ci sta arrivando.

Ci sono altri nomi che, per un motivo o per un altro, forse di spazio ne avranno un po’ meno, o per nulla,  ma che meritano comunque una menzione e che tra gli addetti ai lavori sono ben conosciuti: Luca Possamai (centro, Reyer Venezia, classe 2001), Luca Conti (guardia, classe 2000, Trento), Francesco Gravaghi (guardia, classe 2003, Olimpia Milano), Nicolò Virginio (ala piccola, classe 2003, Varese).

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Credit: Ciamillo

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