Ciclismo
Ciclismo, Davide Cassani: “Percorso dei Mondiali per scalatori. Il Giro U23 sta rilanciando i nostri giovani”
Davide Cassani si gode il momento. L’Italia ospiterà i Mondiali di ciclismo ad Imola, 7 anni dopo l’edizione di Firenze: il ct ha giocato un ruolo cruciale, forse decisivo nell’assegnazione della rassegna iridata. Inoltre stanno giungendo segnali confortanti dal Giro d’Italia Under23, dove i giovani azzurri ottengono ogni giorno risultati di spessore, in attesa che la classifica prenda una fisionomia definitiva sulle montagne. Non dimentichiamoci poi del recente titolo europeo conquistato da Giacomo Nizzolo, il terzo consecutivo per il Bel Paese. Cassani si definisce soddisfatto, ma al tempo stesso non si accontenta e fissa l’asticella ancora più in alto.
Prima il ‘nuovo inizio’ con la Strade Bianche, ora i Mondiali a Imola. L’Italia si conferma la patria della rinascita del ciclismo post-pandemia.
“Penso che sia un momento molto importante. Nelle difficoltà l’Italia ha dimostrato di esserci. Organizzare un Mondiale è un segnale molto importante, così come tutte le altre corse, comprese quelle giovanili. A Imola era ripartita anche la stagione U23 con le corse di un giorno, quindi questo è davvero bello“.
Il percorso di Imola è un po’ meno duro di quello inizialmente previsto in Svizzera ad Aigle-Martigny?
“E’ un percorso diverso, lì c’era una salita unica più lunga, qui sono due, ma verrà fuori un Campionato del mondo selettivo con 5000 metri di dislivello. Resta un Mondiale per scalatori, ma le salite sono più brevi. Quindi corridori come Julian Alaphilippe o Jakob Fuglsang potrebbero andare a nozze, ma lo stesso Wout Van Aert che sta andando fortissimo dappertutto”.
Potrebbe far bene anche il giovane Andrea Bagioli.
“Perché no? Sto guardando con attenzione la Coppi&Bartali e poi seguirò la Tirreno-Adriatico per capire la condizione dei nostri corridori“.
Il nuovo percorso ha un po’ sfavorito Vincenzo Nibali?
“Staremo a vedere, è comunque un percorso per scalatori“.
Il ciclismo italiano sta vivendo un grande fermento. Abbiamo ottimi corridori per Fiandre e Roubaix (Bettiol e Ballerini), altri per le classiche delle Ardenne (Bagioli, Formolo e Ulissi), poi due grandi cronomen come Ganna e Milan. Manca un benedetto corridore da corse a tappe, ma pare che dal Giro U23 stiano arrivando segnali positivi.
“Hanno già fatto vedere cose importanti anche Battistella e Dainese. Al Giro U23 sta facendo molto bene Aleotti, già secondo all’Avenir, così come Colleoni e Conca. Abbiamo dei giovani che stanno crescendo molto bene. Il lavoro svolto negli ultimi anni sta dando i primi frutti. Come Federazione abbiamo cercato di ripristinare il Giro U23 perché la riteniamo una corsa di grande importanza per la crescita dei nostri giovani. Sarà un caso ma, da quando è tornato il Giro U23, i nostri corridori hanno ricominciato ad affacciarsi alla finestra. E’ molto utile per la formazione dei corridori“.
Al Giro U23 sono presenti anche Antonio Tiberi ed Andrea Piccolo, per i quali forse il passaggio tra i professionisti nel 2021 appare troppo prematuro.
“Tiberi e Piccolo sono al primo anno tra i dilettanti, lasciamogli tempo di crescere. Tiberi ha fatto due bellissime tappe, Piccolo non è stato benissimo. Ci vuole pazienza nel ciclismo. Questa è stata una stagione particolare, si è corso poco e un anno in più negli U23 farebbe bene. Bisogna fare un gradino alla volta per arrivare alla vetta“.
Al Giro d’Italia U23 si sta mettendo in luce Jonathan Milan. Un cronoman che ha già fatto benissimo su pista, ma che si sta riscoprendo anche un velocista in grado di vincere arrivi di gruppo.
“Mi ricorda Kittel, che vinse il Mondiale a cronometro da juniores e poi divenne un grande velocista. Milan ha caratteristiche particolari, è un corridore molto forte. Nel quartetto su pista è fenomenale, staremo a vedere, è un ragazzo al secondo anno tra i dilettanti“.
Sempre nella Corsa Rosa riservata ai giovani, sta ben impressionando anche Luca Colnaghi, altro potenziale prospetto per le corse di un giorno.
“Colnaghi ha fatto due numeri straordinari, mi ha impressionato in particolare per come ha vinto a Riccione. Ha numeri importanti“.
Nell’Europeo vinto da Giacomo Nizzolo, ancora una volta, abbiamo ammirato corridori italiani che in Nazionale riescono a dare qualcosa in più rispetto alle rispettive squadre da cui vengono stipendiati. Qual è il segreto?
“In Nazionale sentono l’orgoglio della maglia azzurra, sono stra-felici di indossarla“.
federico.militello@oasport.it
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Foto: Valerio Origo