Formula 1
F1, analisi GP Italia 2020: Gasly fortunato, ma c’è tanta farina del suo sacco in questo successo. I big si leccano le ferite
Il Gran Premio d’Italia 2020 di Formula Uno è appena andato in archivio con l’incredibile vittoria di Pierre Gasly davanti a Carlos Sainz e a Lance Stroll. La Ferrari ha chiuso la prova monzese con un doppio ritiro. Andiamo dunque ad analizzare, squadra per squadra, quanto accaduto quest’oggi nell’autodromo brianzolo.
MERCEDES – Alla luce della superiorità assoluta messa in mostra tra prove libere e qualifiche, qualsiasi risultato diverso dalla doppietta avrebbe dovuto essere considerato sorprendente. Alla fine la Casa di Stoccarda incamera il peggior risultato stagionale. Una vittoria pressoché certa di Lewis Hamilton è andata in fumo a causa del clamoroso errore legato alla penalità maturata per aver effettuato un pit-stop con la corsia dei box chiusa. L’inglese ha recuperato sino al settimo posto e comunque ha limitato al minimo i danni in ottica Mondiale, visto che Valtteri Bottas ha disputato una gara davvero anonima, senza riuscire a effettuare alcun sorpasso di rilievo e non andando oltre una poco soddisfacente quinta posizione.
FERRARI – Le premesse poste dalle qualifiche non lasciavano intendere nulla di buono per la gara, che prometteva di essere una triste replica del calvario di Spa-Francorchamps. È andata anche peggio rispetto al Belgio, dove almeno entrambe le vetture erano giunte al traguardo. Invece oggi la gara di Vettel dura lo spazio di un amen, prima che i suoi freni prendano fuoco. Poi, quando Leclerc beneficia della safety car ritrovandosi inaspettatamente quarto dopo aver vegetato a lungo in tredicesima posizione, il monegasco perde il controllo della sua vettura, andando a sbattere violentemente contro le barriere. Davvero un disastro assoluto.
RED BULL – Un weekend complicato, durante il quale le monoposto di matrice austriaca hanno faticato a trovare l’assetto ideale, si è concluso nel peggiore dei modi. Max Verstappen si è ritirato per un problema tecnico senza mai essere mai riuscito a incidere, mentre Alexander Albon, tra contatti e penalità, ha disputato una prova completamente anonima. Nettamente la peggior performance stagionale. La “famiglia” festeggia comunque grazie al successo dell’Alfa Tauri, ma la casa madre esce da Monza con le ossa rotte.
MC LAREN – Prove libere e qualifiche avevano mostrato una McLaren in gran forma. Addirittura il team di Woking non si qualificava così bene dal Gran Premio di Gran Bretagna 2014. L’eccellente competitività della MCL35, unita alla alle difficoltà della Red Bull, avevano fatto persino accarezzare l’idea di poter salire sul podio nonostante vi fosse qualche perplessità in più in merito alle performance sul passo gara rispetto a quelle sul giro secco. Invece anche sul long run le McLaren si sono dimostrate molto incisive. Alla vigilia, avrebbero firmato con il sangue per chiudere al secondo posto con Carlos Sainz e al quarto con Lando Norris. Certo è che, per come si sono messe le cose, si può parlare di vittoria sfumata a causa delle circostanze causate dalla safety car. Comunque sia, il team di Woking ha realizzato una performance notevole, dimostrandosi di fatto la seconda forza in campo, alle spalle solo della Mercedes.
RACING POINT – Sergio Perez aveva già calcato il podio di Monza nel 2012 e l’eccellente qualifica di ieri permetteva di cullare il sogno di ritornare nella top-three dell’autodromo brianzolo dopo otto anni. Il podio è arrivato, ma con Lance Stroll, che è stato indiscutibilmente il pilota maggiormente aiutato dalla bandiera rossa, in quanto ha potuto cambiare gomme senza effettuare pit-stop. Certo è che resta un po’ di amaro in bocca, perché il canadese avrebbe anche potuto lottare per la vittoria, scivolando invece alle spalle di Gasly e Sainz durante il primo giro della seconda manche. Comunque sia, la terza piazza non si butta certo via! Perez è, al contrario, stato uno dei più penalizzati dalle circostanze e si è dovuto accontentare di un’insipida decima posizione.
RENAULT – Ottima a Spa-Francorchamps, dove si era proposta addirittura come terza forza in campo, in ritirata a Monza, dove invece è tornata a sgomitare a centro gruppo. La Renault ha raccolto una sesta e un’ottava posizione che possono essere considerati un risultato complessivamente più che discreto viste le premesse della vigilia.
ALPHA TAURI – Le sensazionali performance del venerdì si sono rivelate un fuoco di paglia, perché tra qualifiche e gara il team satellite della Red Bull è tornato nei ranghi. Tuttavia le circostanze hanno aiutato oltremodo il team di Faenza, che già in passato di è reso protagonista di clamorosi exploit in quel di Monza (vedi quanto accaduto nel 2008). Pierre Gasly ha avuto la fortuna di effettuare il proprio pit-stop prima dell’ingresso della safety car e la chiusura della pit-lane durante il regime di caution gli ha consentito di scavalcare una marea di avversari quando questi si sono successivamente fermati. È stato però bravissimo alla ripartenza, quando è scattato come una molla, scavalcando istantaneamente Stroll per prendere quella leadership mantenuta sino al traguardo, senza commettere il minimo errore nonostante una pressione enorme. Già domenica scorsa, a Spa, aveva mostrato di avere degli attributi notevoli grazie al sorpasso su Perez effettuato tra l’Eau Rouge e il Radillon. Fortunato sì, ma non basta certo la fortuna per spiegare il trionfo odierno. C’è molta farina del sacco del francese, che ribadisce di essere maturato notevolmente rispetto allo scorso anno, quando veniva triturato da Verstappen alla Red Bull. Riguardo Daniil Kvyat, c’è da dire che il nono posto odierno è il suo miglior risultato stagionale. Certo è che i suoi giorni in Formula Uno appaiono contati, visto che Gasly gli sta rubando la scena e, alle sue spalle, Tsunoda scalpita.
HAAS – L’obiettivo era quello di essere il migliore tra i “backmarkers”. Alla fine Romain Grosjean c’è andato vicino, chiudendo dodicesimo appena alle spalle di Nicolas Latifi. La gara di Magnussen è stata un calvario. Finito subito nelle retrovie, si è poi dovuto ritirare a causa di un problema meccanico.
ALFA ROMEO – La speranza era quella di fare meglio della Haas, allo scopo di risultare i migliori tra i team clienti della Ferrari. Le circostanze generate dalla safety car e dalla bandiera rossa hanno messo Kimi Räikkönen in una posizione privilegiata alla ripartenza dopo lo stop. Cionondimeno i limiti della vettura del Biscione sono troppo marcati e neppure l’esperto finlandese è stato in grado di sopperirvi, scivolando progressivamente indietro. Antonio Giovinazzi può mettersi il cuore in pace, anche senza penalità non avrebbe chiuso in zona punti.
WILLIAMS – L’ultimo weekend con la famiglia Williams al timone del team fondato 43 anni fa si è concluso con l’undicesimo posto di Nicolas Latifi e il quattordicesimo di George Russel, senza che neppure le circostanze eccezionali abbiano aiutato a marcare punti. Non si tratta certo di una prestazione all’altezza del blasone di una delle squadre più vincenti di tutti i tempi, ma di sicuro non si poteva fare molto di più.
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Foto: La Presse