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F1, Ferrari quale competitività al Mugello? Leclerc 3° nella FP1 è stato un fuoco di paglia?

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Giornata in chiaroscuro per la Ferrari al Mugello. In mattinata Charles Leclerc aveva fatto ben sperare, ottenendo un’inaspettata terza posizione durante la prima sessione di prove libere. L’eccellente performance non è però stata confermata nel pomeriggio, in quanto il monegasco è ritornato nei ranghi, realizzando il decimo crono. Non è andata tanto meglio a Sebastian Vettel, che al contrario è cresciuto di rendimento tra la FP1 e la FP2, senza però riuscire ad andare oltre la dodicesima piazza nella tabella dei tempi. Un Cavallino Rampante nuovamente imbolsito, soprattutto perché oggi pomeriggio l’Alfa Romeo di Kimi Räikkönen, che monta lo stesso motore delle Rosse, si è rivelato più rapido di entrambi gli alfieri del team di Maranello.

Francamente, la situazione è illeggibile. Ciò che lascia perplessi è l’assoluta aleatorietà delle performance della SF1000. Basta un dato a lasciare di stucco. Tra mattina e pomeriggio, Hamilton si è migliorato di 1”3, Ricciardo di 1”1, Bottas e Räikkönen di 9 decimi, Verstappen e Ocon di 7 decimi, Gasly di 4 decimi, lo stesso Norris – pur andando a sbattere – ha abbassato il suo tempo di 3 decimi. Leclerc invece è stato l’unico a peggiorare (eccezion fatta per Grosjean, che però praticamente non è sceso in pista), in quanto nella FP2 è rimasto a più di 2 decimi dal crono mattutino. Quantomeno Vettel ha abbassato il suo tempo di 8 decimi, ma nella mattinata il tedesco aveva pagato più di un secondo al compagno di squadra, un distacco francamente esagerato.

Insomma, l’impressione è che sia davvero difficile capire quale possa essere il vero volto della Ferrari. Com’è possibile che, nel giro di poche ore, ci siano fluttuazioni del genere nel rendimento degli alfieri del Cavallino Rampante? Entrambi i piloti si sono resi peraltro protagonisti di un testacoda nello stesso punto (la curva del Correntaio), nonostante il team di Maranello abbia deciso di cambiare politica rispetto alle ultime uscite. Oggi, infatti, si è rivista l’ala posteriore utilizzata in Austria, indice di come evidentemente non si voglia usare una configurazione aerodinamica esageratamente scarica, come avvenuto a Silverstone (dove ha funzionato), Spa-Francorchamps e Monza (dove invece ha dato esisti disastrosi). Siamo sempre qui a ripetere gli stessi concetti, perché dall’esterno la sensazione è che non si sappia quale strada seguire, ma si proceda per tentativi, cercando di capire in maniera empirica quale possa essere la soluzione migliore da adottare.

È complicato tracciare in maniera realistica quali possono essere le prospettive ferrariste in vista di domani. La speranza è che Leclerc possa avere del margine, un auspicio figlio del fatto che il monegasco sia stato il solo a non migliorarsi nella FP2. Nella più luminosa delle ipotesi, ovvero che il reale valore del ventiduenne del Principato sia quello espresso durante la sessione mattutina, si può ambire alla seconda fila. Puntare a qualcosa di più appare utopistico e persino l’idea di effettuare il quarto tempo in qualifica potrebbe risultare alquanto ottimistica. Al contrario, lo scenario peggiore sarebbe quello di non vedere neppure una Ferrari in Q3, come avvenuto nelle Ardenne e in Brianza. Questa opzione rappresenta invece lo scenario peggiore in assoluto.

Certo, parliamo di prospettive agli antipodi, ma non si può fare altrimenti alla luce delle fluttuazioni espresse quest’oggi dal Cavallino Rampante. Le parole chiave sono aleatorietà e fluttuazioni. Dunque, il delta tra lo scenario più roseo e quello più oscuro è giocoforza molto ampio. Ci si augura che la realtà dei fatti possa risultare, quantomeno, una via di mezzo tra le due ipotesi.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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