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F1, GP Italia 2020: passettini avanti per la Ferrari a Monza. Obiettivo Q3, perché la SF1000 va meglio rispetto a Spa

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Dire che la Ferrari può tirare un sospiro di sollievo sarebbe esagerato. L’odierna prestazione nelle prove libere di Monza non è certo all’altezza del blasone e del budget del Cavallino Rampante. Charles Leclerc si è attestato all’11° posto nella prima sessione e al 9° in quella del pomeriggio. Sebastian Vettel, invece, ha realizzato il 19° crono in mattinata e il 12° nel turno postmeridiano. Insomma, niente di eccezionale, ma quantomeno si può ambire a evitare una debacle analoga a quella patita a Spa-Francorchamps, che oltre a essere la seconda consecutiva, sarebbe pesantissima da digerire nel Gran Premio di casa. Festeggiare a champagne e caviale sarebbe fuori luogo, in quanto la situazione rimane molto complessa, è però innegabile come in Brianza sia stato compiuto qualche piccolo miglioramento rispetto alle Ardenne. Andiamo ad analizzarne le ragioni.

Innanzitutto bisogna sottolineare come la Ferrari si sia presentata a Monza con lo stesso pacchetto aerodinamico che nella giornata di venerdì aveva dato esiti disastrosi a Spa-Francorchamps. L’alettone anteriore e quello posteriore sono infatti dotati di un profilo minimo. Niente di rivoluzionario, le caratteristiche del velocissimo autodromo alle porte di Milano sono arcinote. Evidentemente, però, i differenti connotati della pista monzese hanno reso più efficace le novità studiate dagli ingegneri di Maranello. Infatti non bisogna dimenticare come in Belgio le Rosse soffrissero le pene dell’inferno principalmente nel secondo settore, quello più guidato, dove l’assenza di carico aerodinamico risultava oltremodo deficitaria. Al contrario, a Monza non esistono tratti di quel genere, pertanto la Ferrari, pur facendo acqua da tutte le parti, riesce in qualche modo a restare a galla.

L’obiettivo Q3 appare fattibile, almeno per Leclerc, che sappiamo bene essere meno a disagio rispetto a Vettel quando si tratta di guidare una vettura dall’assetto estremamente scarico. Cionondimeno, il tedesco deve mettersi il cuore in pace, perché la direzione presa per tamponare le magagne della SF1000 è chiara. Si riduce al minimo il profilo delle ali allo scopo di contenere i danni in tema di velocità massima, troppo bassa a causa dell’esagerata resistenza aerodinamica del telaio unita alla risaputa scarsa potenza del motore. A proposito, nella giornata odierna si è palesata un’interessante caratteristica in casa Ferrari, ovvero il clipping in fondo ai rettilinei. Volendo semplificare al massimo, si tratta di una riduzione della potenza generata dalla componente ibrida della power unit nella parte finale dei dritti. Attenzione, non è la prima volta che il Cavallino Rampante gioca con questo particolare. Anche l’anno scorso, di tanto in tanto, emergeva questo genere di mappatura atta a spendere prima l’energia elettrica, allo scopo di compensare il deficit rispetto alle altre monoposto nella prima parte dei rettifili e, al tempo stesso, di ridurre i danni del drag. Infatti bisogna ricordare che la resistenza aerodinamica cresce in maniera esponenziale con l’aumento della velocità. Indi per cui, avere velocità di punta troppo elevate sarebbe addirittura controproducente per questa monoposto. Insomma, il concetto di “coperta corta” già espresso più volte riguardo alla SF1000 trova un nuovo modo per esprimersi.

Ricapitolando, di sicuro non c’è da festeggiare, ma per la Scuderia di Maranello c’è la concreta possibilità di ritrovare prestazioni in linea con quelle antecedenti al Gran Premio del Belgio, dove le Rosse hanno sudato le proverbiali sette camice solo per entrare in Q2. Dunque la Ferrari può ambire a portare almeno una monoposto in Q3, nella speranza però che i valori in campo non mutino radicalmente. Se le Alpha Tauri e le McLaren si dovessero confermare al livello odierno, ci si troverà a sgomitare con le Racing Point e le Renault per un paio di posti nella top ten. Una prospettiva non certo esaltante, ma che quantomeno consentirebbe al Cavallino Rampante di salvare la faccia dopo la catastrofe di Spa-Francorchamps.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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