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F1, GP Italia 2020: prime qualifiche senza il party-mode. Possibili cambiamenti, non rivoluzioni

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Il venerdì del Gran Premio d’Italia 2020 di Formula Uno ha già ampiamente emesso il primo verdetto: anche nell’ottavo appuntamento della stagione la Mercedes non parte favorita, ma stra-favorita in vista di qualifiche e gara. Il dominio messo in mostra oggi da Lewis Hamilton e Valtteri Bottas sulla pista brianzola è stato clamoroso. O, per meglio dire, ancor più clamoroso rispetto al solito. Dopo un weekend del Gran Premio del Belgio concluso con una doppietta piazzata in assoluta scioltezza, la scuderia di Brackley ha già dimostrato che vuole fare il bis anche a Monza, concludendo le prime due sessioni di prove libere circa 8 decimi di vantaggio sul giro secco e (tranne il mezzo secondo di Max Verstappen) oltre un secondo anche sul passo gara. Le Frecce nere, a quanto pare, vogliono continuare a procedere come i carri armati che sono, non c’è dubbio.

Ad ogni modo, al loro fianco domani in qualifica non ci sarà un aspetto importante. Doveva essere abbandonato già nelle qualifiche di Spa, ma solamente dalla giornata di domani vedremo l’abolizione del famigerato “Party mode”, il sistema che, in soldoni, permette di incrementare la potenza e le prestazioni della Power Unit di una monoposto. Parlandone ormai al passato, questo sistema veniva utilizzato nel corso delle qualifiche (specialmente nella decisiva Q3), come ha dimostrato la Mercedes che, per prima, ha svelato il suo uso, con un cambio di passo davvero notevole.

La scuderia guidata da Toto Wolff sfruttava questo cosiddetto “bottone magico” in selezionati momenti, ovvero nelle fasi clou del sabato ed in alcuni giri della domenica, quando cioè i due piloti avevano la necessità di forzare i tempi, per favorire una rimonta o per distanziare definitivamente gli inseguitori. Lo si è visto tante volte, l’ultima domenica scorsa a Spa. Quando le Mercedes andavano a crescere di mappatura, le W11 aumentavano di velocità di punta, fino ai 5kmh di differenza tra Q2 e Q3. Una maniera ulteriore per scavare un solco nei confronti dei rivali che, quindi, la FIA ha deciso di vietare, sperando in qualifiche maggiormente combattute e non più con il consueto duello interno al team anglo-tedesco a risolvere le questioni.

Il “Party mode” è stato portato in Formula Uno proprio dalla Mercedes, come detto, che ne ha spiegato il suo funzionamento con precisione. Il team dispone di tre modalità utilizzabili nel corso del weekend di gara, uno sostanzialmente per ogni giornata. Tutte e tre queste modalità possono essere modificate grazie a vari settaggi, in base alle situazioni, che controllano lo sfruttamento dell’energia elettrica nel corso del giro. Quest’ultima quindi può essere utilizzata nel corso del singolo giro oppure recuperata per essere dispiegata in un momento successivo. Questa modalità estrema non può essere usata troppo a lungo, infatti, nel corso delle gare la sua durata è breve, per non andare a imbattersi in rotture.

A questo punto, quindi, il “Party mode” andrà nel dimenticatoio e, almeno sulla carta, potremmo vivere qualifiche più combattute già da domani. Un discorso fatto molto sulla carta, come appare chiaro. La Mercedes ha un vantaggio talmente immenso che rimarrà prontissima a completare la prima fila. Ma se, come si è visto oggi nelle prime due sessioni di prove libere, il margine si aggira sugli 8-9 decimi nei confronti dei rivali, nella Q3 potrebbe scendere di circa 3-4 decimi. Per Red Bull, Renault, Racing Point o McLaren, dunque, la sensazione è che dovranno continuare a lottare ancora per la terza casella della griglia. In casa Ferrari, invece, si confida molto su questa abolizione, dato che la scuderia di Maranello non aveva a disposizione questo sistema. Anche in questo caso gli orizzonti non si modificheranno in maniera trascendentale. La pole position sarà ancora lontana anni luce ma, quantomeno, i rivali diretti saranno meno lontani. Guardando il bicchiere mezzo pieno…

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Lapresse

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