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F1, GP Russia 2020: regole troppo cervellotiche a Sochi? Penalizzazioni a pioggia, servirebbe buonsenso

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Chi ha seguito l’odierno Gran Premio di Russia di Formula Uno avrà sicuramente notato come siano state inflitte svariate penalità. Lewis Hamilton ne ha ricevute due per aver effettuato prima della gara due prova di partenza in zone della pista in cui non era permesso farlo. Inoltre Daniel Ricciardo è stato sanzionato per aver sopravanzato il compagno di squadra senza rispettare i limiti del tracciato. Nel caso del britannico, la decisione dei commissari gli è probabilmente costata la vittoria, mentre l’australiano non ha visto il suo piazzamento finale condizionato dai 5 secondi aggiunti al suo tempo. Per carità, si tratta di decisioni sacrosante, in quanto assolutamente a norma di regolamento. Viene però da chiedersi se nel Circus non si stia esagerando.

Ormai lacci e lacciuoli si sono moltiplicati a dismisura, dando l’impressione che esista un autentico campo minato regolamentare, dove è facilissimo mettere un piede in fallo, rimediando così una penalità. Anche l’ingresso in corsia box di Kimi Räikkönen al Mugello è stato sanzionato con un’aggiunta di cinque secondi sul suo tempo di gara, in quanto il finlandese non ha rispettato le linee bianche in entrata della pit-lane, infilandosi all’ultimo momento. Per la verità, questa piega di “tolleranza zero” è stata presa ormai da un ventennio. Per esempio, come dimenticare lo stop&go inflitto a Ralf Schumacher, in piena bagarre con il fratello Michael, durante il Gran Premio d’Europa 2001 semplicemente per essere passato sulla linea bianca in uscita dai box, senza aver ottenuto alcun tangibile vantaggio.

In effetti si ha l’impressione che l’odierna Formula Uno manchi completamente di flessibilità mentale. Il caso di Ricciardo è assolutamente paradossale. L’australiano è stato sanzionato per un sorpasso concordato sul compagno di squadra! In altre parole Esteban Ocon si è fatto volontariamente da parte, dietro ordine del muretto Renault, ma il trentunenne di Perth è stato comunque penalizzato. Siamo davvero di fronte a un eccesso di zelo. La domanda da porsi è quindi una sola: cui prodest? A chi piace vedere un Circus del genere, gestito in maniera assolutamente formale e burocratica?

Più che commissari di gara, si ha l’impressione che gli stewart siano diventati degli autentici vigili urbani che non vedono l’ora di cogliere in fallo un automobilista, allo scopo di appioppargli una multa. Nel caso della polizia locale, la “tolleranza zero” ha quantomeno uno scopo concreto, poiché viene spesso applicata per rimpinguare le casse comunali. In Formula Uno, invece, a che serve essere così fiscali? Quale immagine della massima categoria automobilistica si vuole veicolare? Quella di un asettico ambiente in cui le regole vengono rispettate pedissequamente, pena una sanzione? Davvero si ritiene che possa essere attrattivo e spettacolare avere un Circus con questi connotati?

In realtà, a far storcere il naso, non è tanto il metro di giudizio draconiano che sta venendo applicato sempre più, quanto il fatto che vi sia un ginepraio di norme da rispettare. Si vuole essere severissimi nell’applicazione del regolamento? Benissimo, ma allora sarebbe auspicabile che la normativa sia molto più snella, in maniera tale da sanzionare davvero solo le infrazioni che possono risultare realmente pericolose o che diano un vantaggio iniquo al pilota che le commette. Se invece si crea un regolamento ridondante e pieno di articoli, bisognerebbe avere più elasticità nell’applicarne gli articoli.

La Formula Uno ha fatto innamorare intere generazioni anche grazie a duelli “sporchi” e rusticani, che fanno parte del DNA della categoria. Si è deciso di ripulirla nel corso degli anni, soprattutto in nome della sicurezza. Eppure, quanto visto oggi a Sochi, non sembra avere molto a che fare con questo concetto. Nella giornata odierna abbiamo avuto l’impressione che i piloti siano finiti in collegio, con dei severissimi educatori pronti a bacchettare qualsiasi comportamento fuori dai rigidissimi schemi. Cara Liberty Media, è davvero questo il Circus che vuoi farci vedere?

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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