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F1, GP Russia 2020: dal sogno di Bernie Ecclestone di correre nella Piazza Rossa alla realtà di Sochi

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Domenica 27 settembre a Sochi andrà in scena il 7° Gran Premio di Russia con valenza iridata, decimo atto della stagione 2020 di Formula Uno. L’evento è ormai entrato in pianta stabile nel calendario del Circus, anche se la sua istituzione è recentissima. Cionondimeno, l’idea di disputare un GP in Russia, anzi in Unione Sovietica, nacque già a inizio anni ’80, quando il mondo era ancora in piena Guerra Fredda e diviso in due blocchi.

https://www.oasport.it/2020/09/live-f1-gp-russia-2020-in-diretta-prove-libere-in-tempo-reale-a-sochi/

Fu Bernie Ecclestone ad avere l’ardire di portare il Circus oltrecortina. Si pensò infatti di organizzare un Gran Premio a Mosca su un circuito cittadino che permettesse alle monoposto di passare anche attraverso la Piazza Rossa. Il vulcanico uomo d’affari incontrò persino Leonid Breznev, il quale diede parere favorevole al progetto. Il Gran Premio venne inserito in calendario per la stagione 1983, tuttavia si trattava di un castello di carte. Ben presto sorsero enormi complicanze burocratiche e organizzative, dovute anche alla scomparsa dello stesso Brenzev, avvenuta nell’autunno del 1982. Il GP venne quindi stralciato dal calendario, ma Ecclestone perseguì la volontà di avere un Gran Premio nel blocco comunista, trovando terreno fertile in Ungheria, dove infatti si corse la prima volta nel 1986.

Nella seconda metà degli anni ’80, con l’avvento al potere di Mikhail Gorbachev e il conseguente cambio di rotta nella politica dell’Urss, l’idea di un Gran Premio a Mosca tornò a prendere corpo. Cionondimeno, la crisi economica e il successivo crollo dell’Unione Sovietica fecero tramontare definitivamente il progetto. La situazione è cambiata nel XXI secolo, quando la città di Sochi, situata sul Mar Nero, ottenne l’organizzazione dei Giochi olimpici invernali 2014. Ecclestone tornò alla carica e stavolta, anche grazie alla situazione politica ed economica russa, l’idea divenne realtà. Si decise di creare un tracciato cittadino sulle ampie strade che collegano gli impianti utilizzati per le Olimpiadi. Così il Gran Premio di Russia venne inserito per la prima volta in calendario proprio nel 2014, pochi mesi dopo i Giochi olimpici, diventando da allora un appuntamento fisso del Mondiale.

Bisogna essere onesti, sinora di edizioni davvero memorabili non ce ne sono ancora state. Se ne ricordano soprattutto due, eccole.

2015 – Quint’ultimo GP della stagione, in campionato Lewis Hamilton ha 48 punti di vantaggio sul compagno di squadra Nico Rosberg, le cui speranze nella corsa all’iride si stanno riducendo sempre di più. A Sochi però è il tedesco a realizzare la pole position e sembra complessivamente più performante del britannico. La sua gara, tuttavia, dura solo sette giri, poiché si deve ritirare a causa di un problema all’acceleratore. Hamilton si ritrova padrone della corsa e l’accaduto gli fornisce l’abbrivio decisivo verso la conquista del suo terzo titolo mondiale. Il Gran Premio è vivacizzato dalla lotta per la terza posizione, che coinvolge la Force India di Sergio Perez, la Ferrari di Kimi Räikkönen e la Williams di Valtteri Bottas. Il messicano fa di tutto per difendersi, ma così facendo stressa troppo i suoi pneumatici. Al penultimo giro Checo deve alzare bandiera bianca, non avendo modo di difendersi dai due finlandesi, i quali si trovano a battersi per il gradino più basso del podio. Nella tornata conclusiva Räikkönen tenta di sorprendere Bottas alla curva 4, ma la sua manovra è alquanto ambiziosa. Si arriva al contatto. La Williams sbatte contro il muro, mentre la Ferrari è danneggiata e deve proseguire a passo ridotto. In questo modo è proprio Perez a salire sul podio alle spalle di Hamilton e Vettel!

2018 – Anche in questo caso è la quint’ultima gara dell’anno. Nella corsa al Mondiale Lewis Hamilton sta lentamente, ma inesorabilmente, prendendo il largo su Sebastian Vettel, che ora paga 40 punti. A Sochi la pole position è appannaggio di Valtteri Bottas, che infatti comanda nelle battute iniziali e sembra poter stare davanti al compagno di squadra, il quale nel frattempo ha dovuto sudare per avere ragione del ferrarista. Tuttavia, dal box Mercedes, arriva il perentorio ordine di scambiare le posizioni. Il britannico è in lotta per il titolo, il finlandese no, dunque anche 7 punti in più fanno comodo. Bottas esegue diligentemente, rinunciando al successo, che va a Hamilton. Curiosamente, nessuno si scandalizza per l’accaduto, mentre quando nel 2002 la Ferrari fece altrettanto con Michael Schumacher e Rubens Barrichello in Austria, molte anime candite si indignarono, definendo “vergognosa” una politica vecchia tanto quanto la Formula 1…

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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