Formula 1
F1, presentazione GP Toscana Ferrari 1000: la storia del Mugello e il Gran Premio “mancato” del 1994
Domenica 13 settembre al Mugello si disputerà il Gran Premio di Toscana, nono atto del Mondiale di Formula Uno 2020. La gara avrà peraltro valenza storica, poiché rappresenterà la 1000ma presenza della Ferrari nel campionato iridato della massima categoria automobilistica. La Scuderia di Maranello avrà la possibilità di festeggiare la ricorrenza in un autodromo di sua proprietà. L’opportunità si è venuta a creare in seguito agli sconvolgimenti del calendario legati alla pandemia di Covid-19, che hanno permesso alla pista toscana di poter organizzare per la prima volta un Gran Premio iridato per le quattro ruote.
Nel Mugello, valle toscana situata a nord di Firenze, le competizioni motoristiche hanno una storia antichissima, poiché le prime gare si disputarono già nel 1914. All’epoca si correva utilizzando un circuito stradale lungo ben 65 km, che venne usato addirittura sino al 1970, anno in cui vi fu un incidente mortale che coinvolse un bambino, investito durante le competizioni. L’incidente rappresentò la fine del tracciato, ormai obsoleto per i moderni standard di sicurezza, ma diede l’occasione di edificare un autodromo permanente.
Questo venne costruito tra il 1972 e il 1974, prendendo la denominazione di “Autodromo internazionale del Mugello”. La pista, il cui disegno è rimasto pressoché invariato sino al giorno d’oggi, è caratterizzata da un lunghissimo rettilineo di oltre 1 km, nonché da ripetuti cambi di pendenza e curve molto veloci. Già nel 1976 ospitò per la prima volta il Gran Premio d’Italia del Motomondiale, alternandosi con Monza, Imola e Misano. Dopo aver organizzato qualche edizione del Gran Premo di San Marino, l’autodromo toscano è diventato il palcoscenico esclusivo del GP d’Italia sue due ruote a partire dal 1994. Nel frattempo la struttura è stata acquistata dalla Ferrari, che dal 1988 è proprietaria dell’impianto. La Scuderia di Maranello, quindi, festeggerà il suo 1000° Gran Premio valido per il Mondiale letteralmente in casa.
Mai la massima categoria automobilistica aveva fatto tappa in Toscana, ma non bisogna dimenticare come la possibilità di un Gran Premio di Formula Uno al Mugello sia stata ventilata per la prima volta nell’estate del 1994, quando la categoria stava attraversando uno dei momenti più delicati della sua storia. In quel momento il Circus è ancora sotto shock per la tragica scomparsa di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger a Imola, a cui hanno fatto seguito i gravissimi incidenti patiti da Karl Wendlinger a Montecarlo e Pedro Lamy in un test privato a Silverstone. Dunque la sicurezza diventa una priorità assoluta e sui circuiti fioccano interventi d’emergenza nei tratti più pericolosi (addirittura quell’anno a Spa-Francorchamps viene installata una chicane provvisoria nella sequenza Eau Rouge-Radillon, in attesa di allargare le vie di fuga in vista della stagione seguente). Non vi è tracciato che non abbia un punto giudicato troppo rischioso e Monza non fa eccezione. In particolare, finiscono nel mirino le curve di Lesmo. A giugno l’associazione dei piloti e la Fia chiedono di allargare le vie di fuga, ma per farlo è necessario abbattere in fretta e furia più di 500 alberi. Apriti cielo, gli ambientalisti insorgono. Il consiglio regionale della Lombardia ben presto si trova bloccato, perché manca la maggioranza per approvare la legge che dia il via libera ai lavori. Addirittura vengono indette sedute straordinarie al solo scopo di discutere l’argomento, ma si fatica ad arrivare a una soluzione e il tempo comincia a stringere. Siamo a metà luglio e il GP è previsto dal 9 all’11 settembre.
Fiutando l’opportunità, la Germania candida il Nürburgring per sostituire l’appuntamento italiano. Appena questa novità diventa di dominio pubblico, la questione del Gran Premio d’Italia assume carattere nazionale. Allo scopo di salvare la corsa, si muovono anche l’Aci e il Coni. A fine luglio il consiglio regionale lombardo riesce ad approvare con una risicata maggioranza il provvedimento per far iniziare i lavori, ma la bagarre politica continua, anche perché vengono chiamate in causa competenze e cavilli. Il caos è totale e la questione arriva addirittura sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Questo a inizio agosto propone una soluzione differente, che prevede l’abbattimento di un quarto degli alberi, ma il Ministero dei Beni ambientali da’ comunque parere negativo.
Esasperata dalla situazione, la Fia il 12 agosto annuncia la cancellazione del Gran Premio d’Italia. È il pandemonio, si scatena un autentico tutti contro tutti. L’autodromo del Mugello, peraltro di proprietà della Ferrari, si autocandida a sostituire Monza, generando le ire di Umberto Bossi, leader della Lega Nord, che accusa alcuni alleati di aver fatto il gioco sporco e di essere collusi con la Fiat, che secondo il Senatür spingerebbe per trasferire la corsa in Toscana. Si rischia letteralmente la crisi di governo e il premier Silvio Berlusconi tempesta di telefonate Bernie Ecclestone per cercare di porre rimedio alla situazione. Però l’opposizione insorge, gridando al conflitto d’interessi (la Fininvest, di proprietà di Berlusconi, ha acquistato i diritti televisivi per la trasmissione del GP). Il 14 agosto, rappresentanti del governo, della regione Lombardia e dell’Aci si incontrano con Max Mosley. Il 16 agosto la Fia decide di reinserire il Gran Premio in calendario. Si correrà comunque a Monza, dove sarà effettuato solo un intervento minimo, mentre i lavori di ammodernamento più corposi sono rinviati con calma all’edizione 1995. La GPDA, ovvero l’associazione dei piloti, viene chetata. D’altronde i membri più influenti sono Niki Lauda e Gerhard Berger, entrambi a libro paga Ferrari, che ha tutto l’interesse a correre in Italia. La questione rientra e si gareggia regolarmente in Brianza, facendo così tramontare l’ipotesi Mugello. L’autodromo toscano arriverà comunque a organizzare il proprio Gran Premio, seppur in circostanze totalmente diverse e soprattutto affiancandosi a Monza.
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Foto: La Presse