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Francesca Dotto, basket femminile: “Salto la Nazionale a novembre, torno in campo a dicembre. Schio rafforzata, ci sono belle aspettative”

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Francesca Dotto: un nome, una garanzia. Al Famila Schio come in Nazionale, il suo nome è diventato sinonimo di tante cose: playmaking, un pizzico di sana follia, ma soprattutto sicurezza di avere la palla nelle mani giuste quando serve. Il suo percorso, però, al momento è fermo: si è infatti dovuta operare per due volte nei mesi scorsi, e proprio per questo motivo sta ancora effettuando la riabilitazione. Ed è un percorso piuttosto lungo, che la porterà a non esserci in Nazionale per le due partite che l’Italia giocherà nelle qualificazioni agli Europei di Spagna e Francia 2021, contro Romania e Repubblica Ceca a novembre. Di questo, e di tanti altri argomenti, Francesca Dotto ha parlato nell’intervista di cui è possibile vedere e ascoltare la versione integrale e leggere alcuni passi.

Su infortunio e Nazionale: “Mi manca giocare a basket. Io sto continuando il mio percorso riabilitativo, e tra un po’ di settimane dovrei cominciare a correre. Le mie sensazioni sono buone, sono contenta di aver fatto queste due operazioni. Non è un infortunio traumatico, quindi ho dovuto scegliere io di operarmi per risolvere questo problema alle anche che mi causava parecchio male. Sono contenta di averlo fatto, il percorso riabilitativo sta andando bene, non vedo l’ora di tornare a giocare, ma devo rispettare un po’ tutte le tempistiche, quindi serve pazienza. Purtroppo dovrò saltare la Nazionale perché il rientro sarà a inizio dicembre, ma è sempre un forse perché non si sa mai in una riabilitazione come andranno le cose. L’idea è inizio dicembre“.

Sugli obiettivi e sul mercato di Schio: “Negli anni abbiamo avuto in corsa tante giocatrici che ci hanno dato una mano. Quigley mi ha impressionato, una giocatrice come lei è difficile trovarla, ma anche la stessa Leonor Rodriguez con cui abbiamo stretto un rapporto super, è sempre sorridente, molto altruista. Al di là della giocatrice, una persona con cui ho passato una parte della quarantena. E’ stato piacevole conoscerla meglio. Quest’anno, secondo me, la squadra si è rafforzata ancora di più con l’arrivo di Giorgia Sottana, Natasha Cloud. Ci sono delle belle aspettative. Sono curiosa di vedere prima di tutto da fuori come la squadra riuscirà ad allenarsi e giocare insieme, e poi sono curiosa io, quando tornerò in campo, di giocare con una squadra molto competitiva come questa. Negli anni stiamo crescendo e diventando sempre più competitive anche in Eurolega. Non abbiamo un obiettivo dichiarato in Europa, però c’è sempre ogni anno la volontà della squadra e del club di far meglio, di migliorare. Fra l’altro neanche sappiamo precisamente come si svolgerà e quando comincerà, in questi giorni ci sarà un meeting per decidere, ma c’è la volontà di finire l’anno con un vincitore e non finire come la scorsa stagione. Le Final Four sarebbero una cosa bellissima, perché in Europa, senza nulla togliere al campionato, il livello è un po’ più competitivo, un po’ più alto, sfidi squadre e giocatrici molto forti. Se riuscissimo a far bene in Eurolega saremmo contentissimi“.

Su Lino Lardo e continuità di allenatori azzurri: “Lardo l’abbiamo conosciuto quest’estate, abbiamo fatto una sorta di miniraduno. Io sono rimasta insieme a mia sorella, che si è anche lei rioperata, non potevamo giocare ed eravamo fuori a guardare. Come prime sensazioni ce ne ha trasmesse di molto positive, e si vede che si sta informando sulla squadra perché viene dall’ambiente maschile, e per proiettarsi nella femminile ci vuole un po’ di aggiustamento. Non che sia un basket diverso, ma giocatori e giocatrici sono diversi. Ci ha fatto vedere che si sta molto informando su di noi. Per quanto riguarda la continuità, senza voler far polemica, sono convinta che per raggiungere determinati obiettivi e puntare a fare qualcosa di importante con la Nazionale ci voglia una programmazione. Se posso essere sincera, per me è un po’ mancata perché abbiamo cambiato tanti allenatori. Io non l’ho vissuta limpida la situazione, però noi andiamo in campo e giochiamo. Possiamo parlarne, ma le scelte vengono fatte da altri. Ribadisco che questo è il mio punto di vista, senza polemica. Penso che avere un allenatore per più anni, arrivare a un raduno con un’idea di gioco sia difensivo che offensivo, sapendo cosa l’allenatore vuole da noi, aiuterebbe, perché noi ragazze della Nazionale siamo sempre un gruppo di 20 giocatrici, quindi tra di noi ci conosciamo. E’ ovvio che un allenatore non può restare per sempre, ma avere un periodo un po’ più lungo ci aiuterebbe“.

Sul rapporto con la sorella gemella Caterina: “E’ difficile spiegare a chi non ha un gemello com’è una vita da gemello. Da quando sei nato hai sempre qualcuno di uguale insieme a te. Con Cate avevo diviso qualsiasi momento della mia vita fino a quando abbiamo dovuto dividere le nostre strade sportive, perché per giocare come prima esperienza in A1 siamo state costrette a farlo, ed è giusto così, siamo due persone diverse. Partendo da questi presupposti, non è stato facile all’inizio, non ero sola perché c’era la squadra con cui giocavo, avevo una compagna con cui ho condiviso la casa come prima esperienza ed è stato bellissimo. Però mi mancava parecchio. Ogni volta che possiamo vederci ci troviamo e siamo veramente molto legate. Dico sempre che è il regalo più bello che mi abbia dato la vita, è un legame molto profondo e particolare. Sono legata anche a mio fratello, ma è un discorso leggermente diverso. Come prima esperienza fuori casa mi mancava tantissimo. Quando abbiamo giocato la prima volta contro è stata un’emozione fortissima. Il primo pensiero alla mattina è stato “oddio, stasera gioco contro mia sorella”. Col passare del tempo un po’ ci si abitua e un po’ no perché è emozionante“.

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Credit: Ciamillo

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