Ciclismo

Giro d’Italia 2020, Giulio Ciccone: “Voglio aiutare Nibali e crescere nell’ultima settimana, pensavo la stagione fosse finita”

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La fine di un incubo. “Al tampone positivo, sono stato convinto da subito che la mia stagione fosse finita. Quello che mi interessava era non aver trasmesso il virus a nessuno: in squadra e a casa”. Giulio Ciccone ha attraversato un mese da dimenticare: mentre tutti i compagni e rivali erano in giro per l’Europa tra Tour de France, Mondiali e corse in Italia, l’abruzzese è risultato positivo al Covid ed è stato costretto a restare completamente fermo. Ora però è guarito e punta dritto al Giro d’Italia che scatterà sabato.

Le sue parole alla Gazzetta dello Sport: “Col passare dei giorni ho avuto tutti i sintomi: la febbre, anche se non alta, la perdita dell’olfatto e del gusto, e peggio di tutti la spossatezza. Sono stato quindici giorni senza toccare la bici. Ero un po’ saltato di testa. I primi due o tre giorni mi sono viziato: pizza, dolcetti per togliere un po’ il dispiacere. Però il mio preparatore Josu insisteva con il Giro e allora ho deciso di concentrarmi”.

La condizione verso la Corsa Rosa:  “Non posso dire di essere da Giro ma neanche da buttare. Parto con la speranza di aiutare la squadra nelle prime due settimane, in modo da farmi la gamba per essere decisivo per Vincenzo nell’ultima. Magari puntando anche a un successo di tappa, chi lo sa”.

L’obiettivo è ovviamente quello di stare al fianco di Nibali: “Vincenzo l’ho visto molto molto bene al Mondiale, non capisco certe critiche, si vede che dal divano siamo tutti professionisti. Il percorso non era per lui, e non veniva dal Tour, eppure era lì: sono super fiducioso per il Giro. Rivali più pericolosi? L’Astana. E Thomas”.

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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