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Giro d’Italia 2020 senza pubblico alla partenza e all’arrivo. Mauro Vegni su tamponi e positività: “Non mandiamo a casa nessuno”

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Sabato 3 ottobre scatterà il Giro d’Italia 2020, rinviato di cinque mesi rispetto alle date originarie a causa dell’emergenza sanitaria. Sarà una Corsa Rosa diversa da quella a cui siamo abituati, non tanto per il percorso (tre cronometro e tante salite, da Monreale a Palermo), ma per le condizioni ambientali (farà decisamente più freddo rispetto a maggio, si teme la neve in quota) e per quanto riguarda la presenza del pubblico. Non ci saranno i tifosi in partenza e all’arrivo, ma in strada le persone potranno tranquillamente applaudire i propri beniamini, come ha ribadito il direttore di corsa Mauro Vegni a Tuttobiciweb: “Purtroppo quest’anno dovremo rinunciare al pubblico alla partenza e all’arrivo. I tifosi saranno sulle strade e, come abbiamo potuto vedere a Imola, sono stati un esempio per tutti. Hanno seguito le corse in modo composto, facendo il tifo, ma senza invadere le strade e con le mascherine sul viso, rispettando il distanziamento sociale“.

Le squadre verranno sottoposte ai tamponi per verificare l’eventuale positività a Covid-19, ma Vegni ha voluto chiarire che non verranno escluse le formazioni in caso di due positività all’interno dello stesso team, come invece sarebbe successo al Tour de France: “Noi non mandiamo a casa nessuno, l’ho già detto e lo ripeto. Se un autista o un massaggiatore dovessero essere positivi, verranno isolati. Due persone non sono una quantità per me sufficiente. Non è giusto rovinare l’intero lavoro di una squadra, che ha investito per correre un Grande Giro. Noi non allontaniamo l’atleta, ma lo isoliamo e facciamo i tamponi a tutta la squadra per 3-4 giorni consecutivi per vedere che nessuno abbia problemi. Mandare a casa l’atleta o la squadra in caso di due positività, in un anno particolare come questo, lo trovo veramente ingiusto. Blocchiamo l’atleta“.

E sul rischio maltempo che potrebbe condizionare i tapponi di montagna: “Non credo che il problema saranno la pioggia o la neve, ma eventualmente la temperatura. La pioggia da sola non crea disagi, ma una pioggia con 11 gradi sì, perché l’atleta avrebbe una percezione di zero gradi. La neve la gestisci, ma la temperatura ci preoccupa“.

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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