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Golf, Bryson DeChambeau domina lo U.S. Open 2020 e agguanta il primo successo Major. Paratore positivo 31°

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Più forte delle critiche e delle polemiche. Più forte di tutti. Bryson Dechambeau con lo score di -6 trionfa in solitaria al 120esimo U.S. Open di golf ed entra a pieno diritto nel circolo dei vincitori Major. Il percorso di Winged Foot (Mamaroneck, NY) ha dimostrato ancora una volta tutto il proprio spessore, costringendo sessanta dei sessantuno giocatori che hanno passato il taglio ad uno score di pari con il par o peggiore in questo quarto round. Già, sessanta, perché da questa ecatombe ne è emerso solamente uno. Proprio il californiano infatti può vantare l’unico score in rosso non solo del torneo, ma anche di giornata, un eccellente -3 che certifica una solidissima prestazione e valorizza questo suo ingresso definitivo tra i grandi.

La domenica del secondo Major dell’anno (ma il primo di sei stagionali nel PGA Tour) è cominciata con il testa a testa tra DeChambeau e il leader delle 54 buche, il giovanissimo Matthew Wolff. Il 21enne aveva due colpi di vantaggio dopo lo strepitoso 65 di ieri, tuttavia c’è da considerare che si è trattato solamente della seconda partecipazione in carriera in un torneo di questo prestigio. Un giocatore dotato di un talento straordinario ma che ha dunque certamente pagato di inesperienza oggi, con due birdie iniziali che lo hanno subito messo sotto una grossa pressione dalla quale non è più riuscito ad uscire. Alla fine il vero crollo è arrivato nelle back 9 e la sua carta dice anche un po’ immeritatamente +5 in questo round e dunque pari con il par per il torneo.

Ma l’attenzione va concentrata tutta sul vincitore, ormai noto nel mondo del grande golf come colui che nei tre mesi invernali ha improvvisamente deciso di aggiungere 10 chili di muscoli per aggiungere distanza al suo gioco. Una strategia che, associata al suo carattere certamente poco “amabile” che ha causato parecchie situazioni discutibili, lo ha immediatamente gettato in pasto a molte critiche e detrattori. Alla fine però lo scienziato del golf ha avuto ragione, perché tempo nemmeno un anno ed è arrivato questo prestigiosissimo e meritato successo, con sei colpi di vantaggio sul secondo.

Nel caos di questo quarto round alla fine terzo arriva il sudafricano Louis Oosthuizen, che ha avuto il merito di essere per gran parte della domenica l’unico giocatore sotto par insieme alla coppia di testa. Tuttavia il terrificante finale di Winged Foot ha colpito e affossato ogni sua ambizione e lo ha portato fino al +2 finale, un colpo davanti all’americano Harris English (+3) e due davanti ad un altro golfista a stelle e strisce, Xander Schaufflele, che chiude a +4 per il giro e per il torneo. Alla fine si salva anche il torneo del numero 1 e recente campione FedEx Cup Dustin Johnson, mai in contention a causa di un brutto primo giro ma davvero bravo a ricostruire colpo dopo colpo nel weekend fino alla quinta posizione finale, con lo score di +5 insieme al connazionale Will Zalatoris Un colpo più indietro ancora, a +6, troviamo Justin Thomas e Rory McIlroy, entrambi decisamente inconsistenti nell’arco delle quattro giornate.

Da menzionare anche la grande prestazione del norvegese Viktor Hovland, crollato fino al +7 nelle back 9 odierne ma che fino a quel punto lo avevano visto riportarsi anche fino alla quarta posizione e primo degli europei. Chiude in 31esima posizione l’unico italiano presente, un Renato Paratore davvero eccezionale per tre giorni e mezzo, poi entrato in difficoltà al pari di Hovland nelle ultime buche. Applausi per l’azzurro, il cui score finale è infatti di +12, e basta pensare che senza i sei colpi persi nelle back 9 di questo quarto giro sarebbe rimasto nei 10 accanto ai sopracitati McIlroy e Thomas.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: LaPresse

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