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Internazionali d’Italia Roma 2020: Lorenzo Musetti incontra l’esperienza di Kei Nishikori

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Ancora una notte romana da godere per Lorenzo Musetti, arrivato direttamente dalle qualificazioni al giovedì della seconda metà del secondo turno al Foro Italico di Roma. Gli Internazionali d’Italia 2020 del diciottenne di Carrara passano sotto la lente d’ingrandimento di uno dei giocatori più esperti del circuito ATP, il giapponese Kei Nishikori.

Il nipponico, ex numero 4 del mondo, ma sceso al 35° posto per varie peripezie, tra infortuni e positività al coronavirus ha giocato soltanto due partite quest’anno: una è quella contro il serbo Miomir Kecmanovic a Kitzbühel, persa dopo aver vinto il primo set, l’altra è quella romana contro lo spagnolo Albert Ramos-Vinolas, da cui è uscito vincitore per 6-4 7-6(3). Era dagli US Open dello scorso anno che non vinceva un match e anche che non ne giocava; per lui, dunque, questo è un sostanziale periodo di rodaggio, che può anche tornargli utile per ritrovare un 2021 da adeguato protagonista della scena mondiale. Con il suo gioco solido, i suoi rapidi spostamenti, l’ottimo rovescio a due mani e una spiccata capacità di tenere in mano gli scambi, porterà in scena un chiaro contrasto di stili rispetto a Musetti.

L’azzurro, però, sa nel suo animo che scenderà in campo per giocarsi le sue chance, cosa che del resto ha già fatto con successo nella spettacolare notte di martedì. La vittoria su Wawrinka, ad ogni modo, non gli ha impedito di mantenere impostato l’obiettivo su quelle che sono le sue reali intenzioni: una crescita che non passi solo dalle notti romane, ma anche da quelle dei tornei che, ad oggi, abitualmente affronta, quei Challenger dai quali ogni tanto emerge per trovare delle sensazioni che lo esaltano. Com’è successo a Dubai, dove si è qualificato e ha costretto il russo Andrey Rublev a tirare fuori il cannone di precisione, e com’è successo finora anche al Foro Italico. E pensare che, a un certo punto, nell’ultimo turno di qualificazioni era indietro 1-3 nel terzo set contro il suo amico Giulio Zeppieri, un altro ragazzo di cui sentiremo parlare in futuro. La storia, da lì, è cambiata, e ha portato all’attenzione di tutti un ragazzo dalla grandissima fantasia di gioco, cui ha unito la totale mancanza di paura in una delle più importanti occasioni, finora, della sua carriera ancora giovane. A prescindere dalla sfida di stasera, lui e il suo team, con l’allenatore Simone Tartarini in testa, sanno cosa fare, dove e come lavorare per costruire ancora i pezzi del puzzle di un ragazzo che è già da record: mai, infatti, un classe 2002 aveva ancora vinto un match in un Masters 1000 a livello di tabellone principale.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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