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Internazionali d’Italia Roma 2020: Lorenzo Musetti, la luce nella notte di un’Italia da record e da battaglia con Caruso e Cecchinato
Giornata lunga, con tantissimi spunti da cogliere e con ancor più azzurro da raccontare, quella appena conclusa al Foro Italico di Roma. Gli Internazionali d’Italia, nella loro seconda giornata, hanno offerto un grande spettacolo. Le porte sono chiuse, il tennis è aperto e parla anche italiano, dato che si è stabilito un record: mai otto nostri giocatori si erano qualificati per il secondo turno, aggiungendo a Matteo Berrettini e Fabio Fognini i sei che hanno superato il primo scoglio.
Un nome rimbomba nella notte di Roma: Lorenzo Musetti. Diciotto anni compiuti a marzo, da Carrara, aveva ricevuto una wild card per le qualificazioni. Il suo potenziale era già ben conosciuto: finale agli US Open junior 2018, vittoria agli Australian Open junior 2019, la crescita a livello challenger, le prime vittorie nelle qualificazioni degli ATP e il debutto a livello 500 contro Andrey Rublev a Dubai, con il russo che ha fatto di tutto per evitare il terzo set (con successo). Che stesse accadendo qualcosa di speciale lo si era già capito quando ha sconfitto l’argentino Leonardo Mayer, dando poi vita a uno scontro fratricida con il coetaneo (e compagno di tante avventure) Giulio Zeppieri, diverso tennisticamente da lui, ma dotato anch’egli in notevole misura.
Questa sera, a Stan Wawrinka è toccato vivere qualcosa di irreale quando si è visto sfilare davanti rovesci a una mano in serie. Si può dire quel che si vuole: che lo svizzero ha 35 anni, che non viene da un gran periodo di forma. Ma lui sa bene quante volte ha vinto anche senza essere al 100%, perché prima di battere un giocatore del genere bisogna avere anche la prontezza mentale di farlo. Musetti non ha avuto paura, neanche per un attimo. Si è sempre mantenuto nella partita con mentalità costante, sapendo di poter reggere la normalmente micidiale diagonale del rovescio. E ha fatto vedere al mondo quel tennis che lo ha portato fin qui, e con il quale vuole ancora andare avanti. Ed è già, Musetti, il ragazzo dei record: dopo Jannik Sinner per la classe 2001 lo scorso anno, è lui per la classe 2002 a diventare, quest’anno, il primo giocatore a vincere un match in un Masters 1000.
Il tennis italiano, oltre alla performance di valore di Musetti, può essere soddisfatto per aver visto Marco Cecchinato, d’orgoglio e anche di capacità, trovare una svolta mentale in un momento difficile. Era sotto 6-3 3-3 contro il britannico Kyle Edmund, quando è arrivata la pioggia: avrebbe potuto essere per lui un viaggio verso il basso. Dagli spogliatoi, invece, è uscito un giocatore che forse non è ancora completamente vicino a Cecchinato versione 2018 e inizio 2019, ma di sicuro lo si è rivisto prendere in mano la situazione e, nel momento giusto, sfruttare il calo del suo avversario e volare via. Una fiducia, la sua, che si era già vista tornare nelle qualificazioni, ma che ora si mostra anche agli occhi di chi quelle tre partite non le aveva potute vedere.
La giornata è bella anche per Salvatore Caruso, altro grande protagonista della giornata con la vittoria nei confronti di Tennys Sandgren. Quasi tre ore di match e tanti scambi lunghi non hanno scalfito l’azzurro di fronte ad una delle migliori versioni da terra rossa dell’americano, che tante volte ha infranto sogni di varia natura in chiave italiana. “Sabbo”, a 27 anni, sta vivendo la parte più bella della carriera, sostanzialmente esplosa nel 2019 quando, al Roland Garros, ha letteralmente cancellato dal campo per due set abbondanti il beniamino di casa Gilles Simon, prima di batterlo in tre. Ora ci sarà la sfida impossibile con Novak Djokovic, e stavolta se la può godere sul Centrale di casa propria, dopo averlo già fatto un anno fa sul Court Philippe Chatrier.
L’unico neo della giornata riguarda Elisabetta Cocciaretto: tra emozione e giornata ottima di Irina Camelia Begu, per la marchigiana è arrivata una delle giornate meno ispirate contro l’esperienza della romena, che ha ricordato a tutti perché è stata anche nelle prime 30 del mondo. Nulla scalfisce la crescita dell’azzurra, che rimane sempre concentrata sul suo obiettivo di arrivare, intanto, nelle prime cento: certo è che, con il suo team, potrà prendere le indicazioni più utili da quanto accaduto oggi per poter continuare a migliorare, perché è questa la sua etica del lavoro sul campo.
In termini generali, nei due tornei si è verificata una sola, vera sorpresa: quella riguardante l’eliminazione di Angelique Kerber, con la tedesca travolta, su tutta la linea, per 6-3 6-1 dalla ceca Katerina Siniakova. Si sono però riscontrati anche altri motivi di interesse: la solidità dell’estone Anett Kontaveit, l’incrollabilità di Svetlana Kuznetsova, ancora con la voglia di lottare e rimontare l’americana Bernarda Pera a 35 anni, la capacità di Coco Gauff, almeno per il momento, di calarsi sul rosso e battere una come la tunisina Ons Jabeur, che su questi campi sa come imbrigliare parecchie avversarie grazie al suo gioco vario.
Tra gli uomini, a sorprendere è l’eliminazione di Alex de Minaur: l’australiano, che ha cittadinanza anche spagnola e in Spagna passa parecchio tempo per allenarsi, è stato estromesso dal tedesco Dominik Koepfer, in quella che si può a ragione definire la giornata dei qualificati. Ne sono andati avanti cinque: oltre a lui, Cecchinato e Musetti, anche lo spagnolo Pedro Martinez e l’argentino Federico Coria (primo avversario di Berrettini, oltre che fratello di quel Guillermo che, con Rafael Nadal, diede vita a una delle più celebrate ed epiche finali disputate al Foro Italico: cinque ore, cinque set e il vecchio Centrale).
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse