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Internazionali Roma 2020: Sinner e Travaglia, il predestinato e l’operaio. Due facce di un’Italia che sogna

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E’ un’Italia che lotta, è un’Italia che piace. Gli Internazionali d’Italia 2020 di tennis continuano a riservare liete notizie nel tabellone maschile per i colori azzurri. Sì, perché Matteo Berrettini, Stefano Travaglia e Jannik Sinner continuano la loro avventura negli ottavi di finale del Masters 1000 del Foro Italico. Indubbiamente, se sul successo di Berrettini (n.8 del mondo) c’erano pochi dubbi, opposto all’argentino Federico Coria (n.104 del ranking) sconfitto per 7-5 6-1, gli impegni di Sinner e di Travaglia erano di tutt’altro tenore e i favori del pronostico non erano dalla loro.

Jannik, infatti, doveva affrontare il difficile ostacolo rappresentato dalla testa di serie n.3 del tabellone Stefanos Tsitsipas. Una partita dal sapore di remake, visto quanto era accaduto sempre a Roma e sempre nel secondo turno l’anno scorso. 12 mesi fa il greco regolò l’inesperto Sinner in due set. Stavolta lo spartito è stato diverso. Una partita non bella sotto il profilo tecnico, ma una bellissima vittoria dell’altoatesino. Una prova di solidità sopratutto mentale perchè, al cospetto di uno Tsitsipas estremamente falloso (58 errori gratuiti, oltre a una serie di stecche di dritto davvero inusuali per lui), l’azzurrino ha saputo tenere botta. Dopo un primo set andato via velocissimo sul 6-1 in favore dell’italiano, l’amaro tie-break del secondo set aveva illuso Stefanos (visti i due match point annullati) di aver portato l’inerzia del confronto dalla sua parte. Niente di più sbagliato. Sinner ha cambiato registro, sgravato dal peso della responsabilità e deciso ad attaccare. Il terzo set è stato l’emblema di una prova di grande maturità e classe, valsa il successo finale.

Sinner, da questo punto di vista, ha confermato le sue qualità e per la seconda volta, dopo David Goffin, sconfigge un tennista nella top-10. Un segnale inequivocabile che il 19enne allenato da Riccardo Piatti di stoffa ne ha e il tecnico lo sa bene e lo ha anche detto a più riprese. Per qualcuno ha anche esagerato, ma forse questo è anche un test per il suo protetto, che dovrà allenarsi mentalmente a sopportare le pressioni. Sotto questo profilo la prova di oggi è stata quella del predestinato, ma è chiaro che le conferme in uno sport “diabolico” come il tennis saranno chiarificatrici e l’incrocio con il giapponese Kei Nishikori (ottavi di finale) sarà un altro banco di prova di non poco conto.

Si era detto di Travaglia. Ebbene, il tennista ascolano non ha l’accompagnamento mediatico di chi è annunciato come il campione del futuro e neanche un talento fuori dal comune. Tuttavia, a “Steto” umiltà e determinazione non fanno difetto. Il percorso fatto nel 2019 ha portato l’azzurro a scalare la classifica considerevolmente, citando la semifinale nel Challenger di Cherbourg, la vittoria a Francavilla, i quarti a Ostrava, la semi a Heilbron, le finali a Shymkent in Kazakistan e a Bendigo (Australia). In sostanza, un tennista in crescita che si è posto obiettivi ambiziosi. “Un operaio” della racchetta, nel senso buono del termine, che ha saputo ritagliarsi un posto importante nella top-100 e con la voglia di migliorare l’attuale posizione di n.84 del ranking. Con questi riscontri la proiezione porta al n.72 immediatamente davanti a Sinner (virtualmente n.73). Contento il suo tecnico Simone Vagnozzi che, dopo aver reso grande Marco Cecchinato, ha accettato la nuova sfida con un altro giocatore e i risultati sembrano più che buoni. Sì, perché il successo odierno contro il solido croato Borna Coric (n.26 del mondo) è un segnale di vitalità di Travaglia e desta curiosità ora il derby tricolore con Berrettini negli ottavi. I due si sono affrontati tre volte, a livello Futures, tra il 2015 e il 2016, e ha sempre vinto Stefano. Vedremo questa sfida come andrà a finire.

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Foto: LaPresse

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