Ciclismo

‘Le Tour du directeur’: tre nazioni in pole per la maglia gialla; Sagan non vince più; ora i Pirenei

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FA PIU’ SELEZIONE IL VENTO DELLE MONTAGNE

Ieri nella tappa in salita sul Massiccio Centrale non era successo nulla, oggi la classifica ha subito uno scossone non da poco. Nella rete dei ventagli sono finiti diversi big o presunti tali, su tutti Tadej Pogacar e Mikel Landa, ma anche Bauke Mollema, Richie Porte, Esteban Chaves e Richard Carapaz. Non si tratta di sfortuna, tutt’altro. In tappe del genere bisogna farsi trovare pronti nelle prime posizioni del gruppo: perdere anche pochi metri può rivelarsi letale, rendendo impossibile la rimonta. Di sicuro la Dea Bendata non ha favorito il povero Pogacar, abbonato alle forature in questa Grande Boucle: oggi è rimasto appiedato proprio nel momento peggiore.

POGACAR PUO’ ANCORA SALIRE SUL PODIO?

Sicuramente sì, anche se ora si fa decisamente dura per il giovane sloveno. Il gap di 1’21” dai principali avversari è notevole, soprattutto nel ciclismo moderno dove in salita non si riescono più a fare grandi differenze. Dovrà attaccare ed incendiare la corsa, a partire da domani sui Pirenei: il tempo dell’attendismo è finito.

PAPERINO MIKEL LANDA

In ogni grande giro deve sempre affrontare qualche disavventura. Oggi ha pagato dazio ai ventagli ed approccerà le grandi montagne con un distacco già molto importante. Damiano Caruso potrebbe rappresentare una spalla ideale per provare qualche attacco da lontano. Lo spagnolo dovrà inventarsi qualcosa per rientrare in corsa per il podio.

WOUT VAN AERT IMPLACABILE

Per come si era messa la tappa, era diventato il naturale favorito in vista dell’arrivo allo sprint. E’ in una forma straripante, la condizione non accenna a decrescere. Ed il percorso del Mondiale di Imola potrebbe esaltarlo…Intanto la Jumbo-Visma, sin qui, ha collezionato la bellezza di tre tappe su sette, Primoz Roglic è a 3″ dalla maglia gialla: sin qui tutto perfetto, ma non si è ancora conclusa nemmeno la prima settimana.

PETER SAGAN NON VINCE PIU’

Il caos odierno ha avuto inizio a seguito dell’impulso della Bora-hansgrohe, i cui ventagli ad oltre 100 km dall’arrivo hanno letteralmente distrutto il gruppo. L’obiettivo del capitano Peter Sagan era chiaro: far staccare i velocisti e mettersi dunque nella posizione ideale non solo per conquistare punti preziosi per la maglia verde, ma anche per vincere la tappa. In effetti si sono staccati quasi subito i vari Ewan, Bennett e Nizzolo. Sagan ha tagliato il traguardo volante in seconda posizione alle spalle di Matteo Trentin, andando nuovamente a conquistare la maglia verde. Nel finale il tre volte campione del mondo ha accusato un problema meccanico con la catena, di fatto non disputando neppure la volata, chiusa in 13ma posizione. Nel 2020 non ha ancora vinto: un campanello d’allarme che non può passare inosservato.

EGAN BERNAL IERI NON STAVA BENISSIMO, OGGI E’ STATO PROTAGONISTA

Ieri avevamo ipotizzato che Egan Bernal non stesse benissimo sulla salita del Col de la Lusette. Oggi è arrivata la conferma da parte di Bauke Mollema: “Ha chiesto a Kwiatkowski di rallentare in salita”. Ricordiamo che il colombiano si era ritirato dal Giro del Delfinato per problemi alla schiena: saranno stati del tutto superati? Oggi, ad ogni modo, ha ordinato alla squadra di imprimere una brusca accelerazione alla corsa, ottenendo l’effetto di guadagnare ben 1’21” su Pogacar. Tutto bene, ma oggi era una tappa di pianura. Vedremo come risponderà da domani sui Pirenei.

ADAM YATES NON SBAGLIA NULLA

Sta correndo con grande maturità, concentrato e presente nelle fasi calde della corsa. Quando il gruppo perdeva tronconi, il britannico veleggiava sempre nelle parti altissime. Domani dovrà affrontare un esame severo per conservare la maglia gialla.

LA FRANCIA SOGNA

Quattro francesi nelle prime undici posizioni. 3° Guillaume Martin, 7° Romain Bardet, 9° Thibaut Pinot, 11° Julian Alaphilippe. E’ presto per dire se un transalpino potrà realmente sfatare il tabù che dura dal 1985. Di sicuro i padroni di casa si stanno ben destreggiando. Forse non hanno il fenomeno da corse a tappe, ma di sicuro possono contare su una quantità che al momento l’Italia si sogna nelle competizioni di tre settimane.

SCONTRO TRIPOLARE PER IL TOUR DE FRANCE

Slovenia, Colombia o Francia. La sensazione è che sarà una di queste tre nazioni ad aggiudicarsi la Grande Boucle. Qualche minima chance per la Gran Bretagna (Adam Yates) e l’Olanda (Tom Dumoulin), ma sarebbe una sorpresa se a Parigi non suonerà l’inno di uno dei tre Paesi citati.

ITALIA, ALTRA GIORNATA DIFFICILE

Matteo Trentin e Sonny Colbrelli hanno perso un’occasione. Si trovavano nel gruppo principale a seguito del primo ventaglio provocato dalla Bora-hansgrohe; in seguito si sono fatti sorprendere dalla rasoiata della Ineos. Stesso discorso per Damiano Caruso e Fabio Aru, che comunque hanno limitato i danni. Domenico Pozzovivo ha invece dato addio ad ogni velleità di media classifica, accusando quasi un quarto d’ora all’arrivo. Bravo Alberto Bettiol nel gruppo principale, utilissimo per i capitani della EF. La sensazione è che il Bel Paese debba sperare nella fuga buona per piazzare una zampata. L’auspicio è che vada meglio al Giro.

INIZIANO I PIRENEI

E’ un Tour strano finora: non succede nulla in montagna ed i distacchi si fanno nelle tappe apparentemente tranquille, tra pioggia, ventagli e cadute. Da domani il copione potrebbe cambiare: cominciano i Pirenei! 141 km, tappa breve ma molto dura da Cazeres-sur-Garonne a Loudenvielle. Tre GPM da affrontare, due di prima categoria e uno horse catégorie. Sul Col de Mentè (6,9 km all’8,1% di pendenza media) potrebbe andar via una fuga con corridori importanti, magari anche i nostri Davide Formolo e Fabio Aru. La penultima ascesa, il Port de Balès (11,7 km al 7.7%), farà capire se qualcuno dei favoriti intenderà imprimere una netta sterzata alla corsa, magari andando a chiudere sui fuggitivi per giocarsi la vittoria di frazione: difficile attendersi però attacchi, considerando che dal GPM mancheranno ben 37 km all’arrivo. Ai -20 inizierà invece il temibile Col de Peyresourde (9,7 km al 7,8%), salita molto costante intorno all’8%. Probabile che si scateni la bagarre, anche perché i corridori avranno nelle gambe la fatica delle due ascese precedenti. Attenzione poi alla successiva discesa che porterà all’arrivo, ulteriore momento chiave per tentare un attacco.

LE TOUR DU DIRECTEUR

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Terza puntata
Quarta puntata
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Foto: Lapresse

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