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Mondiali ciclismo 2020, la notte del sogno arcobaleno. A Imola si scrive la storia: l’Italia ci prova, tutti contro Van Aert

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La prima domenica di autunno è diventata da qualche decennio il giorno sacro dell’anno per tutti gli appassionati di ciclismo: è semplicemente il giorno della prova in linea maschile dei Mondiali, il giorno in cui viene assegnata la maglia arcobaleno, il giorno in cui viene proclamato il nuovo “padrone” del pedale internazionale. C’è sempre una sorta di magia che accompagna questa gara, un fascino davvero unico nel suo genere, qualcosa che la rende speciale rispetto a tutte le altre corse di un calendario fittissimo. La rassegna iridata è diversa dal Tour de France e dal Giro d’Italia perché si corre su un giorno solo, è completamente differente dalle Classiche Monumento perché è un evento sui generis e speciale per molteplici motivi. Il Mondiale è l’unica gara dell’anno riservata alle Nazionali (escludendo gli Europei di istituzione relativamente recente) e fa battere i cuori di ogni amante della disciplina, ma anche di chi vi si avvicina soltanto sporadicamente: vedere in strada le casacche rappresentanti il proprio Paese desta l’interesse e la curiosità di tutti gli sportivi.

https://www.oasport.it/2020/09/live-ciclismo-mondiali-2020-in-diretta-nibali-e-ulissi-punte-azzurre-van-aert-e-alaphilippe-favoriti/

La manifestazione va in scena dal lontano 1927 e si è fermata soltanto durante la seconda guerra mondiale (1939-1945), ma quest’anno rischiava di saltare. L’Italia ha salvato i Mondiali nel senso letterale del termine. Aigle-Martigny, località svizzera già designata da tempo, si è chiamata fuori all’ultimo momento a causa dell’emergenza sanitaria. L’UCI si è data da fare per trovare un organizzatore in fretta e furia, il Bel Paese ha risposto presente e nel giro di tre settimane ha organizzato una kermesse con i fiocchi, rispettando tutti i più stringenti protocolli e risultando impeccabile sotto ogni punto di vista. Dopo le due cronometro, con la storica vittoria di Filippo Ganna, e la prova in linea femminile (apoteosi dell’olandese Anna van der Breggen, bronzo di Elisa Longo Borghini), è arrivato il momento clou del lungo weekend: domenica 27 settembre tocca agli uomini darsi battaglia lungo i 258 km del circuito di Imola.

Un tracciato impegnativo di 28,8 km, da ripetere per nove volte e caratterizzato da due salite estremamente impegnative. La prima ascesa è quella di Mazzolano e incomincia al sesto chilometro: è lunga 2,8 km, ha un dislivello di 166 metri e una pendenza media del 5,9% (Il primo chilometro è letteralmente infernale: pendenza media del 9,6%). Dalla vetta della salita di Mazzolano mancano 20 km al traguardo. Inizia una discesa di 5,4 km che conduce all’imbocco dell’ascesa di Cima Gallisterna. Si tratta di una salita di 2,7 km con una dislivello di 173 metri e una pendenza media del 6,4%, ma con 1,3 km centrali al 10,9% di pendenza media e punte del 15%. Dalla Cima Gallisterna mancano 11,9 km al traguardo: 3 saranno in falsopiano e potrebbero risultare decisivi, poi 6 in discesa per arrivare a imboccare l’Autodromo dove si incoronerà il Campione del Mondo. Attenzione al meteo: pioggia e freddo potrebbero mescolare tutte le carte in tavola.

Il grande favorito della vigilia è il belga Wout Van Aert (quest’anno trionfatore a Strade Bianche, Milano-Sanremo e in due tappe del Tour de France), ma attenzione allo stesso tempo al francese Julian Alaphilippe (secondo nella Classicissima e trionfatore a Nizza ormai un mese fa), allo svizzero Marc Hirschi (esplosivo nella corsa a tappe transalpina), agli sloveni Tadej Pogacar e Primoz Roglic (primo e secondo alla Grande Boucle), senza dimenticarsi del danese Jakob Fuglsang, del tedesco Maximilian Schachmann, del polacco Michal Kwiatkowski.

L’Italia non parte con i favori del pronostico, ma spera in una superlativa magia e sicuramente ci si inventerà qualcosa: Vincenzo Nibali ha dichiarato di avere dei dubbi sulla sua condizione fisica, ma bisogna sempre aspettarsi qualcosa dallo Squalo; Diego Ulissi è in grandissima forma (ha dominato il recente Giro del Lussemburgo) e potrebbe concretamente dire la sua; Alberto Bettiol, vincitore del GIro delle Fiandre 2019, si adatta molto bene a questo tracciato; Damiano Caruso è reduce dal decimo posto al Tour de France e ha un’ottima gamba; il 21enne Andrea Bagioli, il più giovane a vestire la maglia dal 1977, è uno degli outsider della vigilia. Diamo uno sguardo più da vicino al percorso dei Mondiali 2020 di ciclismo a Imola, ai favoriti della vigilia e ai convocati dell’Italia.

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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