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MotoGP
MotoGP, GP Misano 2020: Valentino Rossi e Andrea Dovizioso in cerca di risposte nelle prove libere, l’equilibrio regna sovrano
Il Circus del Motomondiale torna in scena, dopo il doppio round in terra austriaca che tante emozioni ha riservato, alcune delle quali non propriamente felici. Il riferimento è agli incidenti di Franco Morbidelli, Johann Zarco e di Maverick Vinales.
Lo si fa, quindi, per il sesto appuntamento stagionale sul tracciato di Misano e la situazione di classifica è particolarmente equilibrata: Fabio Quartararo sulla Yamaha Petronas comanda con 3 lunghezze di vantaggio su Andrea Dovizioso (Ducati) e 14 sull’australiano Jack Miller (Ducati Pramac). Un contesto nella quale i primi dieci piloti della classifica generale sono racchiusi in 35 punti. Un dato che fa capire quanta incertezza ci sia, probabilmente anche per via dell’assenza dello spagnolo Marc Marquez, che ormai come tutti sanno ha deciso di prendersi cura del proprio fisico (frattura al braccio destro) prima di salire in sella alla Honda.
Il “Dovi” è pronto a raccogliere la sfida del weekend di casa e le motivazioni non mancano. Il primo posto della classifica generale è a un tiro di schioppo e l’obiettivo è quello di ottenere più punti possibili. Sarà necessario, quindi, trovare la quadra e sfruttare al meglio le gomme. Di fatto per il forlivese, ma un po’ per tutti, capire il funzionamento delle mescole e mettere a punto le moto per valorizzarne il grip saranno fattori decisivi. Non è un mistero che le Michelin siano un elemento che ha destabilizzato non poco il pacchetto italiano. Pertanto, sul tracciato dedicato alla memoria di Marco Simoncelli, il ducatista dovrà adattarsi alle coperture se davvero vorrà ambire al vertice di questo campionato.
Un discorso simile lo merita Valentino Rossi. Sulla carta, il circuito dovrebbe essere più conforme alla Yamaha. Il “Dottore” ha cercato di salvare un po’ capre e cavoli in Austria, con una M1 decisamente “allergica” a una pista di grandi accelerazioni e frenate. Qui le cose dovrebbero andare meglio, visto che la percorrenza tornerà a contare molto e questo potrebbe essere una base di partenza migliore. Il nove volte iridato dovrà lavorare sul proprio stile di guida per migliorare il feeling con le gomme (specie la posteriore) e avere un rendimento delle stesse costante. Un aspetto critico per il “46”.
Legato al ritorno della competitività della M1 è chiaramente Quartararo. Non vi sono dubbi che in Austria il francesino abbia faticato enormemente. L’ottavo e il tredicesimo posto dei due fine settimana consecutivi in Stiria non hanno fatto sorridere e Fabio si augura che su un layout tradizionalmente più favorevole alla Yamaha di ritrovare lo smalto che gli aveva permesso di regalarsi 50 punti nelle prime due gare di questo campionato. Marquez, come detto, non ci sarà e l’occasione è ghiotta.
Inutile negare che KTM e Suzuki possano essere le mine vaganti. La casa austriaca ha fatto vedere degli enormi passi in avanti, come dimostrato dalle vittorie del sudafricano Brad Binder in Repubblica Ceca e del portoghese Miguel Oliveira nell’ultimo appuntamento iridato. Una competitività frutto del duro lavoro del team di Mattighofen, nel quale il ruolo del collaudatore Dani Pedrosa è stato fondamentale per la crescita tecnica della moto. Ecco quindi che gli altri dovranno guardarsi dalla truppa arancione, al pari di quella di Hamamatsu, visto quanto Alex Rins e Joan Mir possano essere performanti in sella alla moto giapponese, probabilmente la migliore in termini di ciclistica del lotto, favorita anche da un miglior adattamento alle Michelin.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Valerio Origo