Nuoto
Nuoto, Paolo Barelli confermato alla presidenza della Federnuoto
Confermato con un vero e proprio plebiscito. Paolo Barelli è di nuovo presidente della Federnuoto e non sarebbe potuto essere diversamente visto che era candidato unico in un’elezione che lo ha visto comunque eletto con il 71.54% delle preferenze.
La percentuale dei consensi ricevuti testimoniano l’alto gradimento del mondo del nuoto, frutto dell’ottimo lavoro svolto anche in quest’ultimo atipico quadriennio segnato dalla tragedia del Covid 2019 e dagli importanti risultati conseguiti dalle squadre nazionali e di club in tutte le discipline: nuoto, pallanuoto, nuoto sincronizzato, tuffi, nuoto in acque libere e salvamento. Paolo Barelli, al suo sesto mandato, rimarrà in carica fino al 2024.
Rinnovato del 30% il consiglio federale con l’ingresso di Annarita Blosi, già vicepresidente del Comitato Regionale Lombardia della FIN, con un passato da nuotatrice; Amelia Mascioli, già coordinatrice del Settore Istruzione Tecnica FIN Molise; Luca Piscopo, ex nuotatore, responsabile del Centro Nazionale Fiamme presso la Questura di Napoli per i settori nuoto in acque libere, judo, surfing e ginnastica e consigliere regionale del Comitato FIN Campania.
Una volta eletto Barelli, intervistato da Adn Kronos, ha lanciato un appello al Governo chiedendo attenzione nei confronti dello sport. “Noi siamo un servizio per il paese e con il Covid si è visto quanto sia importante l’attività motoria di base: ora ci servono subito 3-400 milioni a fondo perduto altrimenti le società sportive chiudono. Nella riforma dello sport è stato completamente omessa la parte sulle società sportive, si è ragionato solo in termini di mandati. Magari serviva uno slogan da spendere politicamente, e questo lo lasciamo volentieri alla politica. Il tema invece è valorizzare assolutamente il ruolo delle società sportive, è il punto centrale, altrimenti sono tutte chiacchiere. L’ossatura dello sport nel nostro paese sono le società sportive, soprattutto quelle dilettantistiche. I nostri impianti vanno ad acqua calda e cloro, se non ci sono i soldi per pagare le bollette le piscine chiudono, questo deve essere chiaro. Già con il 30-40% in meno di iscritti le bollette non si possono pagare più. E dei circa 2 miliardi che servono allo sport nel suo complesso, a noi servono tra i 300 e i 400 milioni, abbiamo fatto i conti. Poi ai grandi campioni come Pellegrini, Paltrinieri, Setterosa e Settebello ci pensiamo noi: è al resto che il governo deve pensare. Le società sono il presidio per l’attività motoria e sportiva, e la riforma del governo non tocca questo argomento, invito il governo a riflettere. Che poi vengano dal recovery fund o altro non importa, bisogna mettere mano al portafoglio: le società sono alla canna del gas. Noi forniamo un servizio al Paese, e il Paese ora deve ricordarsene: è arrivato il momento“.
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