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Pagelle Tour de France 2020, 17a tappa: Landa, che disastro! Lopez salva la Colombia, Roglic consolida

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PAGELLE TOUR DE FRANCE 2020, 17A TAPPA

Primoz Roglic, 8: era la tappa meno congeniale alle sue caratteristiche e, Lopez a parte, ha nuovamente guadagnato su tutti. Riesce a gestirsi in maniera ottimale in ogni frangente della corsa. Ha provato in tutti i modi a riprendere Lopez per vincere la tappa, ma senza riuscirci: anche lui è umano…Se supererà indenne anche la giornata di domani, il Tour sarà suo, perché sabato dovrebbe andare a nozze nell’amata specialità della cronometro.

Tadej Pogacar, 7.5: anche oggi terzo all’arrivo, è ormai un grande del ciclismo. Chi si aspettava che potesse attaccare e staccare Roglic, tuttavia, è rimasto deluso. A 5 km dall’arrivo ha chiesto al gregario De la Cruz di accelerare in testa al gruppo maglia gialla. Sembrava il preludio di un attacco, che però non è arrivato. Oggi il giovane della UAE Emirates è apparso meno brillante rispetto alle precedenti apparizioni in montagna e forse ha pagato dazio ai 2300 metri di altitudine. Il distacco nei confronti di Roglic è salito a 57″ ed il sogno maglia gialla diventa sempre più lontano. A questo punto la sensazione è che possa sperare solo in una ‘giornata no’ del connazionale.

Miguel Angel Lopez, 8.5: si sapeva che la frazione odierna e quella di domani sarebbero state le sue tappe. Ha sfruttato al meglio l’involontario assist di Kuss, guadagnando terreno nei confronti di Roglic e incrementando ulteriormente nel finale. Si è esaltato con le pendenze più arcigne e anche domani potrà divertirsi sul Montée du plateu des Glieres, 6 km micidiali all’11,2% di pendenza media! Ora è terzo in classifica generale con 1’39” nei confronti di Richie Porte: dovrà guadagnare ancora per non rischiare la beffa nella cronometro di sabato. Di sicuro sta salvando l’onore di una Colombia che era partita con ben altre ambizioni.

Mikel Landa, 5: ha ragione Damiano Caruso, chi non risica non rosica. Ma lo spagnolo ha messo in atto un vero e proprio suicidio tattico. Ha spremuto la squadra come un limone, tenendo l’andatura alta sin dal Col de la Madeleine. Ha mietuto vittime e fatto selezione. Ma, alla resa dei conti, non solo non ha attaccato, ma è stato uno dei primi a staccarsi. Potrebbe ancora concludere nella top5, ma questo Tour sta dimostrando una volta di più come il basco sia un ottimo corridore, ma non un campione.

Richie Porte, 6: non era la sua tappa e non lo sarà neppure quella di domani. Su queste pendenze soffre, ma non si arrende e limita i danni. Resta in corsa per il podio, ma non potrà permettersi di perdere altri secondi da Lopez.

Sepp Kuss, 7.5: quarto all’arrivo a 56″ da Lopez, non male per un gregario che, ad un certo punto, ha ottenuto anche il via libera dal capitano per giocarsi la tappa. Nei prossimi anni l’americano potrebbe ambire a fare classifica in proprio in un grande giro.

Enric Mas, 7: non è un fenomeno, ma sta salendo progressivamente di colpi in questo Tour. Consolida l’ottavo posto in classifica.

Simon Yates, 5,5: si stacca e arriva con Landa. Ma almeno non aveva fatto fuoco e fiamme come lo spagnolo…

Rigoberto Uran, 4,5: sprofonda e perde in un colpo solo 1’59” da Lopez. Non è mai stato brillante, ma sino a ieri si era salvato con l’esperienza. Oggi ha alzato bandiera bianca, precipitando al sesto posto nella generale.

Richard Carapaz, 7: il gruppo non ha lasciato spazio alla fuga, ma l’ecuadoriano è stato l’ultimo ad arrendersi, dimostrando di essere un grande scalatore. Che non ha vinto un Giro d’Italia per caso.

Nairo Quintana, 4: in crisi nera, arriva al traguardo 25 minuti dopo Lopez. Probabile che, come Bernal, decida di dire “basta”.

Damiano Caruso, 7: guadagna un’altra posizione in classifica, pur sacrificandosi per il “capitano” Landa. Per la top10 è durissima, ma gli va fatto solo un colossale applauso per come sta con orgoglio difendendo l’onore di un’Italia che sta recitando un anonimo ruolo da comparsa.

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federico.militello@oasport.it

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Foto: Lapresse

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