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Tadej Pogacar, chi è l’incredibile vincitore del Tour de France? Il giovane sloveno capace di un’impresa storica

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Il nome di Tadej Pogacar è sulla bocca di tutti gli appassionati di ciclismo e di sport in generale. Lo sloveno ha compiuto un’impresa semplicemente superlativa nel pomeriggio odierno e ha scritto una vera e propria pagina di storia del pedale: alla vigilia della cronometro conclusiva del Tour de France era attardato di 57” dal leader Primoz Roglic, lungo i 36 km che conducevano in cima a La Planche des Belles Filles ha recuperato il ritardo e ha conquistato meritatamente la maglia gialla. Domani sfilerà sui Campi Elisi a Parigi e salirà sul gradino più alto del podio con l’Arco di Trionfo alle spalle, diventando il secondo ciclista più giovane della storia a imporsi nella corsa a tappe più prestigiosa e importante al mondo. Il balcanico, infatti, è riuscito nell’impresa a 21 anni e 364 giorni: lunedì 20 settembre spegnerà le sue prime 22 candeline, oggi si è fatto un meraviglioso regalo anticipato.

Questo ragazzo è nato a Komenda il 21 settembre 1998 (un paesino di 5000 abitanti che vive sull’agricoltura e sull’allevamento equino) ed è diventato professionista nel 2019, dunque quella in corso è soltanto la sua seconda stagione tra i grandi (e tra l’altro è un’annata tormentata dall’emergenza sanitaria). Gli appassionati di ciclismo sanno benissimo chi è il giovane pupillo della UAE Emirates, perché lo scorso anno concluse al terzo posto la Vuelta di Spagna vincendo ben tre tappe. Ha trionfato ai campionati sloveni a cronometro negli ultimi due anni (due mesi fa sconfisse proprio Roglic, a riprova che quanto successo oggi non è un caso) e prima del lockdown aveva regalato spettacolo alla Vuelta Valenciana (due sigilli di tappa e l’affermazione nella classifica generale).

Tadej Pogacar è un eccellente scalatore  con ottime doti di recupero e di cronomen, ma soprattutto ha un coraggio da vendere, perché l’impresa compiuta oggi è degna davvero dei più grandi del ciclismo. Ha vinto questo Tour de France praticamente senza una squadra (la UAE Emirates era molto debole, ha un contratto con questa compagine fino al 2024), attaccando ogni volta in montagna, imponendosi in ben tre tappe e giganteggiando a cronometro, senza dimenticarsi che aveva perso 1’20” da Roglic a causa di un ventaglio.

Un trionfo totale con maglia gialla, maglia a pois (miglior scalatore) e maglia bianca (miglior giovane), con annesso montepremi complessivo di 600mila euro: qualcosa da Eddy Merckx, per un ragazzo i cui limiti non si conoscono ancora, ma che può fare bene anche nelle Classiche (12mo all’ultima Milano-Sanremo, 18mo alla Liegi-Bastogne-Liegi 2019). Forse oggi si è aperto un ciclo.

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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