Ciclismo
Tour de France 2020, Damiano Caruso mette nel mirino la top15
Dodicesimo quest’oggi, primo in volata nel gruppo maglia gialla, ventunesimo ieri, nel drappello di Richard Carapaz, l’Italia sembra aver finalmente ritrovato un uomo in grado di fare un minimo di classifica in questa Grande Boucle 2020. Non si tratta del tanto atteso Fabio Aru, non di Domenico Pozzovivo, né di Davide Formolo, bensì del trentaduenne del Team Bahrain-McLaren Damiano Caruso, autentica rivelazione al Tour per il Bel Paese.
L’azzurro era partito per la corsa più prestigiosa al mondo come gregario di gamba ed esperienza al servizio di un fino a qui positivo Mikel Landa. La classifica alla vigilia non era un obiettivo, probabilmente lo sarebbe potuto diventare quella della maglia a pois a lungo andare, o il focus sarebbe semplicemente rimasto sul proteggere il basco nelle frazioni più rischiose e regalarsi una o due fughe da lontano in una tappa in cui il direttore sportivo gli avesse dato l’ok per partire, magari nelle ultime frazioni.
In queste prime tappe, silenziosi, sono arrivati i risultati. Forse non di grido, nessun podio, ma di certo tanta costanza. Damiano è rimasto attento, in tutte le frazioni, risultando fortunato in certe circostanze ed intelligente in altre letture. Nelle tappe più impegnative, anche quando ha lavorato per Landa, ha poi sempre cercato di non staccarsi, di restare in classifica con gli altri gregari di lusso dei vari Team Ineos e Jumbo-Visma.
Non è un caso quindi la sua sedicesima posizione nella corsa alla gialla, a 3’42” da Roglic e ad un soffio dalla Top15. L’italiano si trova a pari merito con Richard Carapaz e a 20″ da Tom Dumoulin, corridori che stanno svolgendo un ruolo simile al suo, ma che partivano con ben altre attese alla vigilia. Alle sue spalle i grandi nomi non mancano, da Valverde (17°) a Buchmann (18°), da Sergio Higuita (19°) ad Esteban Chaves (20°).
Sarà difficile mantenere questa posizione, soprattutto nell’ultima ed impegnativa settimana di corsa, ma la sensazione è che, qualora riuscisse a rimanere costante e a non “saltare” nelle frazioni più abbordabili, questo traguardo potrebbe anche essere alla portata dell’azzurro. Dei quindici corridori che lo precedono, molti potranno infatti avere delle difficoltà, soprattutto in questo Tour così imprevedibile, tutto starà nel vedere se Caruso sarà ancora lì, pronto a scavalcare silenziosamente e a continuare la sua fino a qui inappuntabile Grande Boucle.
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michele.giovagnoli@oasport
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Foto: LaPresse