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Tour de France 2020, Egan Bernal si ritrova a fare ‘gruppetto’ con i velocisti. Ora punterà ad una tappa?

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È stato straziante e inusuale vedere Egan Bernal arrendersi inevitabilmente, dinnanzi ad un’altra giornata no, nella fase finale della tappa odierna del Tour de France 2020 con arrivo in quota a Villard-de-Lans. Lontano, lontanissimo dagli altri big, da coloro a cui ha sempre dato del filo da torcere, da coloro che ha annientato lo scorso anno, conquistando la maglia gialla in quel di Parigi. Il vincitore uscente della Grande Boucle è anche il grande sconfitto di quest’anno; una conferma arrivata poche ore fa con il suo 127° posto al traguardo, a ben 27’27” dal vincitore Lennard Kamna, scortato dai suoi fedelissimi compagni di viaggio della Ineos Grenadiers.

Oramai Egan non ne ha più. Non c’è la condizione, e probabilmente non c’è neanche la mente. I dolori alla schiena che lo accompagnano dal ritiro dal Giro del Delfinato non gli hanno più dato tregua. Ha stretto i denti le prime due settimane. Era sempre lì, dietro a Primoz Roglic e Tadej Pogacar. Tutti lo attendevano sul Grand Colombier assieme alla sua Ineos. Tutti si aspettavano un ritmo massacrante da parte della corazzata britannica, prima di lanciare il giovane colombiano verso il primo affondo ai danni della maglia gialla Roglic. E invece no. Il 23enne è crollato, così come le speranze di puntare ad una storica doppietta al Tour, come anche la top ten in cui, con ogni probabilità, vista la condizione degli altri big, non riuscirà più a rientrare.

E se oramai la classifica è un traguardo inavvicinabile, a Egan non resta altro che puntare alla rivincita conquistando una vittoria di tappa. L’opzione più probabile è quella di entrare nella fuga del giorno in una di queste frazioni alpine, e tentare la sorte per salvare, in qualche modo, l’onore e l’orgoglio del numero 1 che porta sulla schiena. Ma non sarà facile. La condizione che lo sta accompagnando in questi giorni non è affatto ottimale. Però in questi casi la testa fa tanto.

Per un ragazzo così giovane, talentuoso, presente e futuro delle grandi corse a tappe, la razionalità conta molto. Non dovrà farsi condizionare dalla corsa, dall’effetto mediatico, ma pensare soltanto alla strada, alla motivazione che lo sta spingendo a continuare questo Tour da grande vincitore uscente. Deve crederci per cancellare, perlomeno in parte, lo schiaffo ricevuto da quelle medesime strade che lo scorso anno lo hanno accompagnato verso la gloria eterna della storia del Tour de France.

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lisa.guadagnini@oasport.it

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Foto: Lapresse

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