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Ciclismo
Tour de France 2020, il borsino dei favoriti dopo la seconda settimana: sarà sfida slovena tra Roglic e Pogacar. Addio ai sogni di gloria per Bernal
Con quindici tappe oramai alle spalle, la grande certezza attuale di questo Tour de France 2020, è sicuramente il dominio sloveno della coppia formata dalla maglia gialla Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e dal migliore dei giovani Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). La frazione di ieri, da Lione al Grand Colombier infatti, ha registrato il bis di Pogacar, dopo l’affermazione di Laruns, e una leadership sempre più sicura per Roglic. Ieri abbiamo anche assistito al tracollo definitivo e inaspettato del grande favorito della vigilia, nonché vincitore uscente, Egan Bernal (Ineos Grenadiers), uscito oramai dalla classifica generale. Ma adesso andiamo a scoprire il borsino dei favoriti in chiave vittoria finale di Parigi al secondo giorno di riposo, nonché a sei tappe dalla conclusione di questa Grande Boucle.
CHI SALE
Primoz Roglic: è più che certo che oramai la sua Jumbo-Visma è il nuovo Team Sky degli ultimi anni di dominio alla Grande Boucle. Ineccepibile sempre e comunque, con un controllo minuzioso della corsa e un ritmo infernale che miete una vittima dietro l’altra. Oltre alla forza personale, c’è anche tutto questo dietro a Roglic. Sempre attento, sempre pronto all’evenienza, tranquillo in salita, con il pieno controllo della situazione. Ieri ha fatto definitivamente fuori Bernal, ma c’è ancora il connazionale Pogacar; un osso duro e inarrestabile in salita. Roglic dovrà fare attenzione principalmente alle tappe di mercoledì e giovedì. Poi avrà la strada spianata grazie alla cronometro di sabato. Al momento questo Tour ce l’ha in pugno.
Tadej Pogacar: L’inesperienza lo ha ingannato nella tappa del vento a Lavaur, ma ha prontamente recuperato in salita dove, al momento, appare il più brillante, con uno spunto degno dei più grandi di questo sport. Sfrontato, coraggioso, mai arrendevole, sempre all’attacco; a tappa di ieri ha confermato la sua sete di vittoria. Sarò dura contrastare Roglic e la Jumbo-Visma, ma le Alpi potrebbero regalare qualche sorpresa. In fin dei conti 40″ da recuperare, con le sue doti, non sembrano affatto impossibili da recuperare attacco dopo attacco.
Rigoberto Uran: quatto quatto il colombiano sta spianando la strada verso il podio parigino. Tappa dopo tappa, nonostante la fatica, e una condizione non brillantissima, attualmente è terzo in classifica generale. Non molla mai, è un cagnaccio e si salva sempre con l’esperienza. Per lui il podio non sarà affatto semplice, ma intanto ci sta mettendo anima e cuore per questo piazzamento quasi utopico. Avrà dalla sua anche la cronoscalata di sabato. se la sta giocando e nella cronometro potrebbe fare bene rispetto a tutti gli avversari diretti, Porte escluso.
Miguel Angel Lopez: alla prima partecipazione al Tour si trova a ridosso del podio. Dopo la brutta caduta avvenuta in occasione della prima tappa, in pochi si sarebbero immaginati di ritrovarlo a giocarsi il podio. E adesso ci saranno le Alpi, quelle salite che tanto ama. Insomma, le sue tappe devono ancora arrivare.
Adam Yates: il britannico è in netta crescita. la conclusione della seconda settimana gli ha regalato una condizione in crescendo. È l’unico che prova ad attaccare e a cercare di contrastare la Jumbo-Visma. Tentativi vani, ma siccome non si trova lontani dal podio, in questa settimana gli attacchi potrebbero indirizzarsi verso Uran e Lopez, per infrangere il sogno colombiano del podio parigino.
Richie Porte: più passano i giorni più il tasmaniano continua a scalare posizioni. A ben 36 anni, dopo anni difficili, e Tour da dimenticare, finalmente è arrivata l’edizione del riscatto, sui livelli del Tour del 2016 in cui chiuse quinto. Al momento è sesto e la top5 è ad un passo. Il terzo posto di ieri è stato un bel segnale di presenza.
Mikel Landa: in completo silenzio il basco sta scalando pian piano la classifica generale. Non attacca mai, si accontenta sempre, e nei finali di tappa perde anche secondi preziosi. Eppure è in costante ascesa nella top ten. A questo punto ci vorrebbe una vittoria di tappa per dare un bel segnale di presenza.
Enric Mas: ottavo in classifica, lo spagnolo resiste e guadagna posizioni. Si sta confermando come la prima punta del Team Movistar, ad un livello poco più inferiore rispetto ad altri big. Certo, ci vorrebbe una spinta in più, qualche segnale ancor più incoraggiante, ma al suo primo Tour con la formazione spagnola, questo è già un bel risultato.
CHI SCENDE
Egan Bernal: Ieri la maglia gialla uscente ha perso oltre sette minuti dalla coppia slovena Roglic-Pogacar. Fin qui non aveva fatto faville, ma un tracollo del genere era difficile da prevedere. Il capitano della Ineos Grenadiers aveva iniziato a lanciare segnali negativi dal Giro del Delfinato, dal quale si era ritirato a causa di alcuni problemi alla schiena; ma magari c’è anche di mezzo un fattore prettamente personale con una possibile attenzione mediatica eccessiva, se non un errore nella preparazione atletica. Il sogno del bis è svanito sul Grand Colombier. E nessuno se lo sarebbe mai immaginato.
Nairo Quintana: Sui Pirenei era andato molto forte sul Peyresourde. Era in crescita, ma poi, a Pas de Peyrol, Nairo è rimasto vittima di una caduta che ha complicato tutto quanto. Dopo quel problema, Quintana non è più stato lo stesso. Sul Col du Grand Colombier è crollato definitivamente, ed è un vero peccato. Reduce da una prima parte di stagione, sembrava uno dei maggiori indiziati per il podio. E chissà che magari, senza quella caduta, si sarebbe potuto giocare una piazza d’onore ormai lontana.
Richard Carapaz: si sapeva sin dal principio che l’ecuadoriano si era presentato al Tour da gregario di Bernal. Eppure non è mai bello vedere un vincitore di una grande corsa a tappe così in difficoltà fin dall’inizio, nonostante una buona ripresa stagionale. A questo punto la sua testa sarà già al Giro, sognando una storica doppietta.
Thibaut Pinot: poteva essere l’edizione buona con un percorso disegnato a pennello su di lui. Ed ecco che tra una caduta e una crisi, giorno dopo giorno Thibaut ha abbandonato la ruota dei migliori. I fantasmi del passato sono sempre presenti, come un’ombra. Doveva essere lui la grande speranza della Francia, ma anche quest’anno i transalpini devono fare i conti con la maledizione di quella Grande Boucle che manca nel loro palmares da ben 35 anni.
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lisa.guadagnini@oasport.it
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Foto: Lapresse