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Ciclismo
Tour de France 2020, scenari tattici terza settimana. Pogacar brama la maglia gialla, ma non sarà facile disarcionare la Jumbo-Visma
Domani inizia l’ultima settimana del Tour de France 2020 e la lotta per la maglia gialla, ormai, sembra ristretta solamente ai due sloveni Primoz Roglic e Tadej Pogacar. Tutti gli altri hanno un distacco abbastanza importante dal corridore del Jumbo-Visma e, date le crisi di Bernal e Quintana, non sembra esserci un atleta che possa prendersi il rischio di attaccare da lontano. Dei corridori che occupano le posizioni dalla terza all’ottava, l’unico che è già arrivato sul podio alla Grande Boucle è Rigoberto Uran e, dunque, verosimilmente si accontenteranno di giocarsi tra loro il primo posto dietro ai due fuoriclasse.
Per quanto concerne il duello tra i primi due, il punto dove Tadej potrà lanciare il suo attacco a Roglic è il Col de la Loze (21,5 km al 7,8%), sede d’arrivo della diciassettesima tappa. Negli ultimi quattro chilometri si superano i duemila metri e le pendenze sono sempre sopra il 9,5%. Qua si possono scavare solchi importanti in poco tempo e anche la fortissima Jumbo-Visma potrà avere qualche problema.
Nella frazione seguente, la Méribel-La Roche-sur-Foron, Pogacar avrebbe ulteriore margine per guadagnare. L’ultima salita di giornata, il Montée du Plateua de Glières, misura appena sei chilometri, ma la pendenza media è dell’11%. Però questa è un’erta, data la lunghezza, più adatta a Roglic rispetto al Col de Loze e dallo scollinamento al traguardo mancano trenta chilometri ove la Jumbo-Visma potrebbe organizzarsi per andare a riprendere il corridore della UAE Team Emirates nel caso questi staccasse tutti.
L’ultima frazione chiave, in ottica classifica generale, è la ventesima: la cronometro di 36 chilometri che da Lure porta all’ormai nota erta di La Planche des Belles Filles (5,9 km all’8,5%). I primi 30 chilometri avvantaggiano Roglic, il miglior cronoman tra i due, ma sulla salita finale sarà questione di gambe. Primoz ha un brutto storico per quanto riguarda le prove contro il tempo nella terza settimana. Sia ai Tour del 2017 e del 2018 che al Giro del 2019 ha sfornato prestazioni deludenti nelle crono degli ultimi giorni. Va detto, però, che nella prima occasione ha la scusa di una scivolata e nella terza aveva problemi fisici che lo perseguitavano dalla caduta di cui fu vittima nella discesa del Civiglio. Al campionato nazionale sloveno di specialità di quest’anno, inoltre, il quale consisteva in una cronoscalata di 15 chilometri, Pogacar ha battuto il rivale per appena 8″.
La crono di questa Grande Boucle è, però, una prova totalmente a sé, ove sarà importante, soprattutto, saper distribuire lo sforzo. Da questo punto di vista, la maggior esperienza di Roglic potrebbe tornargli utile. Oltretutto, un precedente incoraggiante per l’attuale maglia gialla c’è: la prova contro il tempo dei Mondiali di Bergen 2017. In quella stagione la cronometro iridata finiva su una salita di tremila metri piazzata dopo una trentina di chilometri di pianura. E’ probabilmente la gara più simile a la Lure-La Planche des Belles Filles affrontata da Primoz e questi la concluse al secondo posto, dietro a Tom Dumoulin, ma davanti a un Chris Froome che venne battuto nettamente dallo sloveno.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: Lapresse