Ciclismo
Tour de France 2020, segnali di ripresa per Elia Viviani. Un quarto posto che fa morale
Nelle ultime due stagioni, come finalizzatore della corazzata della Deceuninck Quick Step, l’azzurro Elia Viviani si era definitivamente imposto come uno dei velocisti più forti e temibili del gruppo, bravo a colpire su qualsiasi tipo di traguardo. Tante erano state le vittorie e quest’anno, nonostante il passaggio alla Cofidis, di certo una squadra di livello inferiore, l’italiano sperava di continuare sulla falsariga di quanto fatto nel passato più recente.
In questo 2020 però, frenato anche da alcuni ritardi di condizione dovuti al proliferare del Covid e da alcuni infortuni, (l’ultimo proprio qui al Tour, con una cisti al piede), il campione olimpico di Rio 2016 (in pista) non ha ancora alzato le braccia al cielo per festeggiare. Anche in questa Grande Boucle, escluso un sesto posto alla prima tappa, i risultati sono stati scarsi e deludenti, con il velocista che in parecchie occasioni non è riuscito neanche a prendere parte allo sprint.
Dopo che proprio sul finire della prima settimana il Bel Paese ha perso la ruota veloce su cui riponeva più aspettative, quel Giacomo Nizzolo fresco campione europeo e dato in uno stato di forma eccezionale, questa mattina, dopo il giorno di riposo, Viviani ha rilasciato delle dichiarazioni importanti, positive, quasi come se si volesse caricare sulle spalle il peso delle aspettative retto fino a qualche giorno prima quasi unicamente dall’uomo della NTT Cycling.
“Completata la prima parte del Tour de France. Iniziata bene con un sesto posto nello sprint di apertura ma poi i risultati sono mancati. Non mi nascondo nel dire che voglio di più. Mi sento bene e cercherò di dare una svolta al mio Tour nelle prossime due tappe. Oltre a questo, come squadra dobbiamo continuare a lavorare insieme per Guillaume Martin che sta facendo molto bene in classifica generale”, ha dichiarato questa mattina il classe 1989 sui social.
Pronti, via, e l’azzurro, nella volata odierna, è riuscito finalmente a ritrovarsi, chiudendo quarto, primo degli “umani”, alle spalle del vittorioso Sam Bennett, dell’indiavolato Caleb Ewan e dell’infinito Peter Sagan. Sul suo volto, superato il traguardo, nonostante il risultato più che positivo, è spuntata addirittura una smorfia di delusione, a riprova del fatto che, già da domani, l’azzurro vorrà andare a caccia di un successo che evidentemente sente di meritarsi e di avere nelle gambe.
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michele.giovagnoli@oasport.it
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Foto: LaPresse