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US Open 2020, Dominic Thiem rimonta e fa suo lo Slam a New York: sconfitto in cinque set Alexander Zverev

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4 ore e 5 minuti di gioco. La Finale maschile degli US Open 2020 di tennis non verrà ricordata per i suoi picchi tecnici, ma di sicuro a livello emotivo qualcosa ha regalato. Vince il n.3 del mondo Dominic Thiem, che nei primi due set rivive l’incubo delle tre finali Slam perse precedentemente. Nella terza frazione qualcosa cambia, anche per un calo evidente del tedesco Alexander Zverev (n.7 ATP). Thiem, dunque, la spunta in cinque frazioni con il punteggio di 2-6 4-6 6-4 6-3 7-6 (6) e conquista dunque il suo primo Major in carriera. L’austriaco ha concluso il proprio incontro con 8 ace, il 62% delle prime di servizio in campo, da cui ha ottenuto il 68% dei punti con la prima e il 48% con la seconda. 43 i colpi vincenti per Dominic e 55 gli errori non forzati, contro i 65 di Zverev, a testimonianza del livello di gioco non esaltante. Tuttavia, contava vincere e il 27enne nativo di Wiener Neustadt l’ha fatto. Thiem entra nella storia del proprio Paese essendo il primo austriaco a vincere gli US Open: un successo atteso dai tempi di Thomas Muster, quando il famoso mancino si impose sul rosso del Roland Garros nel 1995. Era dal 1949 che il vincitore del torneo, Pancho Gonzales, non ribaltava uno svantaggio di due set a zero in finale a New York. Negli Slam non succedeva dal 2004, da Gaudio vittorioso su Coria sul red carpet di Parigi.

Nel primo set l’avvio è tutto di Sascha. Il n.3 del mondo sembra un po’ condizionato dalla tensione e da un piede che duole già dal match contro Daniil Medvedev. Il tedesco fa la differenza lungo la diagonale di rovescio e con colpi molto profondi strappa il servizio nel terzo e nel settimo game al rivale. Un rendimento ai limiti della perfezione per Zverev, che mette a segno ben 16 vincenti, contro i soli 4 di Thiem, incorrendo in soli 6 gratuiti. A questi dati vanno aggiunti i 4 ace e il 92% dei quindici conquistati con la prima di servizio e il 67% con la seconda.

Nel secondo set lo spartito non cambia per i primi sette giochi, visto che l’austriaco è in balia del suo avversario. Colpisce forte il teutonico e prima sfiora il break in apertura, poi ne conquista ben due nel terzo e quinto game. Avanti 5-1, il n.7 ATP pare davvero avere in mano il match. Thiem salva tre set-point nel citato settimo game, prima di mostrare qualche segnale di ripresa nel successivo, accorciando le distanze. Una reazione, però, tardiva perché la seconda frazione è andata e sorride a Sascha sul 6-4.

Nel terzo set l’austriaco si scuote e, dopo aver perso il proprio turno al servizio nel terzo gioco, restituisce immediatamente il “favore”. E’ la svolta del confronto. Il n.3 del ranking alza il livello del suo tennis e coi suoi colpi inizia a fare male, mentre Zverev perde progressivamente campo. Un cambio di tendenza che si presenta nel decimo game, quando il 27enne nativo di Wiener Neustadt ottiene il break e prolunga una Finale (6-4) che sembrava già finita, con l’apporto di 9 colpi vincenti.

Nel quarto set i due giocatori seguono con continuità i turni in battuta, concedendo poco all’avversario in risposta, ma Thiem dimostra di avere qualcosa in più: nel sesto gioco non sfrutta due palle break e nell’ottavo ai vantaggi piega la resistenza del rivale, imprimendo grande profondità al suo tennis. A zero in battuta, Dominic chiude il parziale sul 6-3 in una frazione quasi perfetta per lui: 8 winners e soli 2 errori non forzati.

Nel quinto set è la tensione a farla da padrona. Si assiste a un match, che per certi versi, ricorda quello del tennis femminile: tanti ribaltamenti di fronte e “festival” del break. Si comincia nei primi due giochi con uno scambio di cortesie, poi è il n.7 del mondo ad andare avanti 5-3, potendo servire per il match. Tremano un po’ le gambe a Sascha ed è Thiem a cambiare il quadro, strappando in due circostanze il servizio al tedesco e andando avanti sul 6-5. Incredibilmente anche all’austriaco saltano i nervi e l’epilogo è al tie-break. Dominic mostra colpi migliori, ma pecca in termini di concretezza, non sfruttando due match-point. Per sua fortuna Zverev non brilla per lucidità e allora sull’8-6 arriva la chiosa di una partita davvero incredibile per l’alternanza di momenti.

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Foto: LaPresse

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