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US Open 2020, Matteo Berrettini e Salvatore Caruso tengono a galla l’Italia, Jannik Sinner si deve arrendere alla sfortuna
Il bilancio è il seguente: nove sconfitte e tre vittorie. Non si può sorridere nei nostri confini circa il rendimento dei giocatori del Bel Paese in questo US Open di tennis. La numerosa truppa italica è stata quasi completamente sbaragliata e il riscontro, nel complesso, è deludente.
Nel day-2 a tenere alto il vessillo tricolore sono stati Matteo Berrettini e Salvatore Caruso. Il romano, n.8 del mondo, ha confermato i favori del pronostico, liquidando in tre set il giapponese Go Soeda (n.119 ATP), cambiando marcia con il proprio dritto dal secondo parziale e trovando confidenza con il cemento veloce americano. Manca un po’ il ritmo partita a Berrettini e solo disputando match potrà mettere, come si suol dire, minuti nelle gambe. Il prossimo scoglio si chiama Ugo Humbert e l’incrocio non è assolutamente facile: un mancino talentuoso e fastidioso il transalpino. Un precedente c’è e risale al 2017 nel Brest Challenger quando Humbert rifilò un 6-3 6-0 mica da ridere a Matteo. Non si può quindi dormire sogni tranquilli.
Bene il siciliano che conferma l’ottimo stato di forma, come si era notato nelle qualificazioni del torneo di Cincinnati. Caruso, infatti, ha regolato in quattro set James Duckworth (n. 84 ATP) in una battaglia durata 3 ore e 20 minuti nella quale si è conquistato la vittoria, ribaltando la sconfitta nel primo parziale con una prova di grande carattere nel secondo e nel terzo set. Testa e gambe, dunque, funzionano al tennista tricolore, intenzionato a continuare il proprio percorso a New York visto che ha una grande occasione nel secondo round: Ernesto Escobedo (n. 185 ATP), entrato in tabellone come “alternate” dopo l’esclusione di Benoit Paire e dopo la rinuncia di Granollers che era il primo nella lista. Il terzo turno, per il livello di gioco offerto, sembra essere alla portata.
Venendo alle dolenti note, fanno male i ko di Jannik Sinner, Gianluca Mager e Andreas Seppi. In particolare quello del giovane altoatesino ha contorni amari perché più che essere stato piegato dal russo Karen Khachanov (n. 16 del mondo) è stata la sfortuna a stroncare Jannik. Dopo aver condotto con autorevolezza i primi due set, Sinner si è dovuto arrendere a un problema fisico alla schiena. Una situazione molto complicata affrontata con grande coraggio e volontà dal 19enne nostrano, capace comunque di trascinare il russo al tie-break del quinto set, giocando praticamente da fermo. Una dimostrazione di talento notevole, ma la speranza è di vederlo al più presto sui campi da gioco.
Discorso un po’ diverso per Mager e Seppi. Il ligure ha peccato in termini di concretezza, sprecando un numero notevole di palle break, al contrario del suo rivale Miomir Kecmanovic (n.47 del mondo), favorito della vigilia. Il livello di gioco dell’azzurro, comunque, è stato all’altezza, però è mancato quel quid che gli potesse permettere di prevalere in un match estremamente equilibrato e in cui a fare la differenza sono stati pochi punti. Stessa storia, stesso mare per l’altoatesino, ko contro l’americano Frances Tiafoe (n.82 del mondo). Dopo una bella partenza, Seppi non ha trovato più efficacia nella risposta, al cospetto dell’ottimo servizio del rivale, esaltato da una superficie così rapida. Un aspetto quest’ultimo che, guardando un po’ ai riscontri di tutti i giocatori italiani, è particolarmente indigesto a chi ha una formazione per lo più sulla terra e in questa fase così particolare ha ripreso l’attività solo sul “rosso”.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse