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US Open 2020, Novak Djokovic colpevole e sfortunato ma non un ‘carnefice’
No, non era mai successo. Novak Djokovic, n.1 del mondo del tennis, non sarà ricordato solo per i suoi successi negli Slam e per le sue mirabilanti prestazioni sui campi da gioco. Il serbo ieri ha macchiato una carriera gloriosa con un gesto a metà tra l’irresponsabile e lo sfortunato.
Nel corso degli ottavi di finale degli US Open 2020 di tennis, infatti, Djokovic, già molto nervoso nel confronto, una volta perso il servizio in favore dello spagnolo Pablo Carreno Busta ha estratto dalla propria tasca la pallina, scagliandola verso i teloni. Sfortuna ha voluto che sulla traiettoria si sia trovata la giudice di linea colpita in pieno all’altezza della gola. Un comportamento che da regolamento merita la squalifica. Come infatti è stato riportato dalla USTA la sanzione è scattata per abuso abuso di palla, che si configura secondo questa specifica: colpire una palla con disprezzo negligente delle conseguenze. In questo caso Djokovic perderà i punti guadagnati e il prize money maturato finora allo US Open, oltre a eventuali ulteriori multe che potrebbero essere decise in futuro.
Un gesto dunque pagato a caro prezzo da Djokovic che quindi lascia campo libero tra mille rimpianti, ammettendo poi le proprie responsabilità sui social. “Questa situazione mi ha lasciato triste e vuoto – ha scritto – mi sono preoccupato per la salute della giudice di linea e il torneo mi ha fatto sapere che sta bene. Sono estremamente dispiaciuto di averle causato questo stress. Così involontario. Così sbagliato. Non faccio il suo nome per difenderne la privacy. In merito alla squalifica, devo fare un passo indietro e trasformare tutto questo in una lezione per la mia crescita ed evoluzione come giocatore ed essere umano. Chiedo scusa al torneo per il mio comportamento”.
L’errore del campione però non deve essere confuso per crocifissione. E’ naturale che vi sia stata la naturale divisione tra innocentisti e colpevolisti, ma in questo caso la decisione era obbligata, ma nello stesso tempo non vi era alcuna intenzionalità di far male. Una situazione frutto della tendenza di alcuni giocatori, ivi compreso il serbo, a sfogarsi in questa maniera e talvolta può capitare l’evento “fortuito”. Del resto, riavvolgendo il nastro si può ricordare quanto accaduto nel Roland Garros 2016, quando Djokovic rischio di centrare con la sua racchetta il giudice di linea nei quarti di finale contro Tomas Berdych. In buona sostanza, Novak non è un novellino in questo e chissà se questa storia potrà essergli da lezione. Lo scopriremo…
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse