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US Open 2020, Novak Djokovic: “Ho cominciato bene, poi ho perso la concentrazione. Vincere non era semplice”
Buona la prima per il n.1 del mondo Novak Djokovic. Il campione serbo, tre volte vincitore degli US Open, ha iniziato il proprio percorso nello Slam americano rispettando i pronostici: Nole ha regolato in tre set il bosniaco Damir Dzumhur per 6-1 6-4 6-1, qualificandosi al secondo turno dove affronterà il britannico Kyle Edmund. Un riscontro che allunga la striscia vincente di Djokovic in questo 2020, arrivata a 24 successi in altrettanti incontri.
Un match comunque non facile, stando alle impressioni del balcanico nell’immediato post match: “Ho cominciato molto bene e sentivo bene la palla. Poi ho perso la concentrazione e ho iniziato a sbagliare. Lui è uno dei giocatori più veloci del circuito, per cui riuscire a batterlo in tre set mi dà fiducia. Di sicuro, nelle partite successive non potrò permettermi questi passaggi a vuoto, visto che anche la gestione delle energie in uno Slam è importante“, le parole di Nole (riportate dal sito ufficiale).
Un day-1 molto negativo, invece, in casa Italia. Erano ben sette i giocatori in campo per questo esordio e solo Camila Giorgi è riuscita a passare il turno battendo la belga Alison Van Uytvanck. Una specie di “Caporetto” che si spera già da quest’oggi, con l’esordio di Matteo Berrettini tra l’altro, si riesca un po’ cambiare. A esprimere le proprie impressioni, come riportato da ubitennis, sono stati Paolo Lorenzi e Jasmine Paolini.
Il senese è stato piegato dal giovane americano Brandon Nakashima (classe 2001) in 2 ore e 12 minuti, con il punteggio di 6-3 6-2 7-6 (2). L’azzurro non è mai riuscito a contrastare la maggior potenza del suo avversario, soffrendo il periodo di pausa forzata per la pandemia: “Non è stato semplice per me giocare una partita dopo così tanto tempo fermo. Lo scorso anno sono arrivato a New York per giocare il mio undicesimo torneo, mentre la situazione quest’anno è stata completamente diversa. Sicuramente ha vinto il giocatore migliore quest’oggi, ho avuto qualche occasione nel terzo set ma nel complesso lui ha giocato meglio di me. Sono rimasto piuttosto sorpreso dai campi che quest’anno sono molto più veloci di quanto non siano di solito a New York. Ora ho 48 ore per lasciare la bolla e vado direttamente in Europa per ricominciare ad allenarmi sulla terra“.
Per Paolini la sfida contro la francese Caroline Garcia non era tra le più semplici, anche se il livello di gioco espresso dalla transalpina non è stato minimamente paragonabile a quello che un paio di stagioni fa aveva permesso alla transalpina di entrare nel gotha del ranking WTA (n.4 del mondo, ora scesa al n.48). L’azzurra, nel caso specifico, ha pagato dazio al servizio, davvero troppo morbido per la robustezza delle risposte dell’avversaria: “Non ho servito bene. Ho bisogno di giocare qualche partita in più, mi farà bene tornare sulla terra. Non sembra neanche di essere a New York, l’impressione è quella di giocare un torneo più piccolino – finché non arrivi ai campi. L’atmosfera è distesa e capita di parlare con giocatrici con cui di solito non hai a che fare“, le sue impressioni.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse