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Basket: NBA, tra Preolimpici spostati e una stagione accorciata. Tante idee, ancora accordi lontani

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Non c’è ancora una posizione chiara della NBA in merito all’inizio della nuova stagione: la maggioranza dei giocatori non vuole partire il 22 dicembre e lo ha fatto sapere tramite la loro associazione (ci sarebbero anche varie star coinvolte, e filtra anche il fatto che in questo modo LeBron James potrebbe saltare un mese), la lega ha invece interesse a scegliere due ben precisi giorni: quello di Natale o il Martin Luther King Day, il 18 gennaio.

La questione della data di ripartenza non è l’unica in ballo: c’è anche quella del numero di partite. Proprio nelle ultime ore della giornata di ieri, Marc Stein (New York Times) ha riportato circa la possibilità che si possa giocare una stagione da 50 partite in caso di inizio il 18 gennaio, come accadde nel 1999 in ben altra situazione (il primo lockout), anche se questo corrisponderebbe a perdite non indifferenti un po’ per tutti: per le tv, che trasmettono meno partite e hanno meno introiti, per i giocatori, che devono adeguare gli stipendi in relazione a quanto si è giocato, sia in caso di stagione regolare a 72 incontri che, come nella situazione in essere, prendendo in esame un’annata con 50. In ogni caso, playoff con finali a metà luglio. In fin dei conti, anche la NBA è interessata a rimettere il calendario a posto, dopo lo sconvolgimento di quest’anno e le sue reazioni a catena.

Un aspetto direttamente coinvolto è quello legato alle Olimpiadi e ai Preolimpici: appare fuori dalla volontà di tutti, emittenti televisive in primis, andare a ostacolare l’importanza che ha la rassegna a cinque cerchi, spostata, come noto, al 2021. Per quel che concerne invece i Preolimpici, un aiuto starebbe per arrivare dalla FIBA: risulta infatti pronto lo spostamento in avanti degli stessi di una settimana, dunque con durata dal 29 giugno al 4 luglio. Un incentivo in più ad avere i giocatori NBA, dunque, per chi se lo può permettere, giacché è naturale che, in caso di contemporanee NBA Finals, quelli impegnati in tale sede non potrebbero avere il dono dell’ubiquità. Rimane sempre un dilemma: ci saranno le superstar in Giappone, considerata la situazione? Ai posteri l’ardua sentenza. L’unica certezza è l’avvenuta riapertura degli impianti di allenamento per 10 giocatori alla volta (previo naturalmente test anti-Covid-19 negativo).

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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