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Ciclismo
Giro d’Italia 2020, Bruno Reverberi: “Protesta stupida. Colpa dei direttori sportivi che non hanno le p****”
Sta facendo discutere quanto successo stamattina al Giro d’Italia 2020. La 19ma tappa prevedeva originariamente 258 km totalmente pianeggianti da Morbegno ad Asti, una classifica frazione di trasferimento alla vigilia dell’ultima giornata sulle montagne. Una forte pioggia si è però abbattuta sul percorso e il gruppo ha chiesto di accorciare il tracciato di un centinaio di chilometri. Una vera e propria figuraccia come ha dichiarato il direttore di corsa Mauro Vegni.
Bruno Reverberi, team manager della Bardiani-CSF-Faizané (squadra presente alla Corsa Rosa), si è schierato apertamente contro questa decisione (la gara è poi ripartita da Abbiategrasso e ora si sta dirigendo verso la località piemontese) ai microfoni della Rai e ha anche attaccato Gianni Bugno, rappresentante del sindacato dei corridori, il quale aveva difeso i corridori: “Ho visto tante di queste proteste stupide e organizzate male. Quello che fa più male è sentire i sindacalisti dare ragione ai corridori, c’è modo e modo di gestire la cosa. Possono dare le dimissioni se non hanno i corridori dalla loro parte. Fanno la figura di quei sindacalisti che difendono i lavoratori che timbrano il cartellino e poi vanno subito a casa. Fossi stato l’organizzatore, avrei mandato a casa De Gendt dopo la dichiarazione che aveva fatto. Tutti avevamo paura di non arrivare a fine Giro, oggi che si è salvata la stagione si fanno fare al Giro figuracce. Tanti corridori non sono d’accordo, altri destabilizzano l’ambiente per comodo”.
Bruno Reverberi ha proseguito: “Non è mai successa una cosa del genere. La responsabilità non è solo dei corridori, ma anche dei manager e dei direttori sportivi che non hanno le p****. Era già successo in passato e mi ero opposto. Non si deve dare la possibilità di fare questi giochi, così tutto il ciclismo fa una pessima figura”.
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stefano.villa@oasport.it
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Foto: Lapresse