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Giro d’Italia 2020, il capolavoro della Ineos. Dal ritiro di Thomas un trionfo: 1/3 delle tappe vinte e la maglia di Geoghegan Hart

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Riuscire a fare di più sarebbe stato impossibile. Un vero e proprio capolavoro, arrivato dopo aver toccato il punto più basso. Rinascere in questo modo era più che inatteso, quasi utopistico: dopo la delusione al Tour de France, con Egan Bernal ritirato, dopo la terza tappa del Giro d’Italia da dimenticare, con il capitano Geraint Thomas, grande favorito della vigilia, costretto a tornare a casa, il Team INEOS Grenadiers ha cambiato marcia e ha dominato in lungo e in largo la Corsa Rosa. 

Un terzo delle frazioni sono state vinte dallo squadrone britannico. Sette su ventuno, numeri che da soli però non raccontano quanto la banda di Dave Brailsford abbia sbaragliato la concorrenza nella Corsa Rosa. Da aggiungere alle quattro affermazioni di Filippo Ganna (delle quali tre a cronometro), un vero top player, alle due di Tao Geoghegan Hart, a quella di Jhonatan Narvaez ci sarebbero anche i podi agguantati da Rohan Dennis, Salvatore Puccio e Jonathan Castroviejo. Tutta la squadra si è unita dopo il ritiro del proprio leader e ha deciso di voler dare il massimo. Riuscendoci.

Nell’ultima settimana il già citato Dennis è stato devastante, un trascinatore. A seguire l’australiano in salita però c’è stato Geoghegan Hart, maestoso: il britannico non si era mai espresso a questi livelli da professionista, ma in questo Giro d’Italia è riuscito a dare il meglio di sé. Perfetto sulle Alpi, ha messo sotto scacco la coppia della Sunweb formata da Wilco Kelderman e Jai Hindley, che sembrava essere pronta a gestire la situazione. Una cronometro finale trionfale quella che ha accolto il 25enne in quel di Milano: il suo nome è andato ad iscriversi sul Trofeo Senza Fine. 

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Lapresse

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