Ciclismo
Giro d’Italia 2020, la grande occasione persa di Wilco Kelderman. Ma ora la Sunweb rischia di pagare l’errore tattico sullo Stelvio
Sul Sestriere la maglia rosa è definitivamente sfuggita dalle mani di Wilco Kelderman. Il corridore neerlandese della Sunweb aveva fatto tutto bene nelle prime due settimane. Il Giro, dopo il Piancavallo, sembrava ormai suo. Bastava dare la spallata decisiva al lusitano Joao Almeida. Negli ultimi sette giorni, però, Wilco ha avuto un calo di condizione e, complice un Rohan Dennis che nel ruolo di gregario ha deciso l’esito della Corsa Rosa, ha perso moltissimo tempo nei confronti del britannico Tao Geogheghan Hart e del compagno Jai Hindley.
Dietro alla debacle del neerlandese, però, c’è anche la tattica decisamente bizzarra attuata dalla sua squadra nella frazione con arrivo a laghi di Cancano che prevedeva anche la scalata dello Stelvio. Kelderman, sul colosso appena citato, aveva perso le ruote di Dennis, Geoghegan Hart e Hindley. In cima, tuttavia, lasciava sul piatto appena 49″. Alla fine della discesa, oltretutto, aveva ridotto lo svantaggio a soli 40″. Prima di quella frazione, Wilco in classifica aveva un tesoretto di quasi tre minuti nei confronti di tutti gli inseguitori.
Se la Sunweb avesse fermato Hindley, Kelderman avrebbe potuto difendersi molto meglio. Anzi, vedendo come è salito Geoghegan Hart a Torri di Fraele, la salita che seguiva lo Stelvio, Wilco insieme a Hindley avrebbe verosimilmente perso meno di un minuto dal britannico. Lasciato solo dalla squadra, invece, oltre a doversi sobbarcare uno sforzo incredibile, dato che ha fatto cinquanta chilometri da solo, ha avuto prima una crisi psicologica sul tratto di falsopiano che portava all’erta finale e, poi, una puramente di gambe proprio a un passo dalla vetta. Alla fine Kelderman ha ceduto 2’18” e ha preso la maglia rosa per appena 15″.
I danni si potevano limitare in tutt’altro modo con un compagno di fianco, dato che avere un gregario a fare il ritmo quando sei in difficoltà, sovente, fa la differenza. Di esempi, nella storia del ciclismo, ce ne sono a iosa, citiamo l’aiuto fondamentale di Argentin a Berzin nel Giro del 1994 o quello di Pantani a Garzelli sull’Izoard al Giro del 2000. E se Kelderman avesse iniziato la frazione di oggi con 1’15” su Tao e non 15″ sarebbe ovviamente cambiato tutto.
La Sunweb ha deciso di giocarsi il Giro con Hindley e, alla fine, potrebbero anche avere ragione loro. In fondo dopo ventuno giorni può accadere di tutto. Ma sulla carta era meglio avere Kelderman a una manciata di secondi da Geoghegan Hart, data la superiorità del neerlandese a cronometro, piuttosto che Hindley con lo stesso tempo. Domani pomeriggio, se tutto va come da pronostico, la Sunweb potrebbe rimpiangere l’aver abbandonato Kelderman alla fine della discesa dello Stelvio.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: Lapresse