Ciclismo
Giro d’Italia 2020: Matteo Fabbro sacrificato nel ruolo di gregario. Questo ragazzo meriterebbe una chance
È sempre più bello il Giro d’Italia 2020 di Matteo Fabbro, che sta correndo in maniera divina la sua prima Corsa Rosa, in appoggio alla Bora-Hansgrohe, e in particolar modo per il suo capitano Rafal Majka, e l’ex campione del mondo Peter Sagan. Appena la strada inizia a salire, il friulano c’è, e fa male, eccome se fa male al gruppo. Sempre protagonista nei momenti che contano, in queste prime sei tappe è stato lui il vero problema delle squadre dei big, con il suo ritmo micidiale in testa al plotone, che ha costretto tutti quanti ad inseguire.
La speranza però, è quella di poterlo vedere in una giornata di gloria personale da qui a fine Giro. È un ragazzo che merita davvero tanto, e che sta affrontando un 2020 spettacolare, con una condizione eccellente, letteralmente esplosa alla Tirreno-Adriatico con il terzo posto ottenuto a Loreto, nella tappa conquistata da Mathieu Van der Poel. Successivamente il venticinquenne di Udine si è guadagnato un posto nella Nazionale di Davide Cassani per i Mondiali di Imola, anche se alla fine è rimasto in riserva.
Dopo una sola settimana è arrivato il suo primo Giro, e da gregario designato, si sta dimostrando giorno dopo giorno tremendamente aggressivo in corsa, con una forza, una tenacia, un ritmo del tipico giovane che scalpita e che è pronto ad attaccare da un momento all’altro. Questo è ciò che si merita Matteo, un’opportunità, una chance tutta sua, senza badare ai ruoli pre impostati. La Bora potrebbe trovare in lui il ragazzo giusto per agguantare un meraviglioso successo di tappa. Trattenerlo per tre settimane sarebbe un grandissimo spreco, e l’Italia sogna un’altra vittoria in stile Ganna, con un altro giovane e promettente azzurro.
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lisa.guadagnini@oasport.it
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Foto: Lapresse