Ciclismo
Giro d’Italia 2020, pagelle di oggi: Almeida e la Deceuninck fanno sempre più paura. Trek-Segafredo e Astana bocciate
Squadre super protagoniste della Cesenatico-Cesenatico, dodicesima frazione del Giro d’Italia 2020. Da una parte abbiamo la Ineos Grenadiers al suo terzo sigillo, dopo la doppietta di Filippo Ganna, insieme ad un altro giovane: Jhonatan Narvaez. Dall’altra, nella lotta per la classifica generale, i giovani della Deceuninck-Quick Step, con la maglia rosa Joao Almeida, sorridono, mentre Astana, Trek-Segafredo e Sunweb devono reinventarsi al più presto (come sta facendo la NTT di Pozzovivo) per dare una scossa alla top ten, altrimenti sarà troppo tardi…
PAGELLE DODICESIMA TAPPA GIRO D’ITALIA 2020
Jhonatan Narvaez, 10: dopo il ritiro forzato del capitano Geraint Thomas, la Ineos Grenadiers si è reinventata alla grande tra Filippo Ganna e quest’oggi con un altro giovane come Narvaez, nuovamente mattatore in terra romagnola dopo aver conquistato la Coppi e Bartali. Ha vinto nel suo stile, e ha esaltato ancora di più il grande coraggio e la prova di forza della formazione britannica.
Mark Padun, 9: l’ucraino dal cuore italiano non ha nulla da recriminare. Ha svolto una tappa praticamente perfetta. Peccato per quella foratura che ha infranto i suoi sogni di gloria. Avrà spazio per poter recuperare.
Joao Almeida e la Deceuninck-Quick Step, 9: sempre più bella la maglia rosa portoghese e la sua giovane formazione, che più passano i giorni, più fa paura a tutti quanti. Giovani, scaltri, furbi, soprattutto Honore, Knox e Masnada. Stanno dimostrando di essere tremendamente solidi. Stanno facendo delle cose straordinarie.
Domenico Pozzovivo e la NTT Pro Cycling, 7: si sono presi la responsabilità di rendere la tappa il più dura possibile. Sono stati coraggiosi nel mettere alla prova tutti gli altri big, anche se alla fine nessuno si è staccato e nessuno ha attaccato. Forse non era la tappa giusta per poter fare una grande differenza, peró Pozzovivo e la sua squadra ci hanno messo, come sempre, cuore, gambe e determinazione.
Astana, 3: è mancata la coordinazione con il fuggitivo Manuele Boaro, che avrebbero dovuto far rientrare nel gruppo dei big per supportare uno sfortunatissimo Jakob Fuglsang, nuovamente vittima di una foratura, costretto ancora una volta ad inseguire tutto solo. È inspiegabile lasciare da solo il proprio capitano in una tappa del genere e in queste condizioni. In fin dei conti può ancora giocarsi la vittoria di questo Giro.
Trek-Segafredo, 4: Vincenzo Nibali ha dovuto fare tutto da solo: prendere la borraccia, la mantellina… una fatica dietro l’altra. Anche in questo caso, è assurdo lasciar da solo il proprio capitano, soprattutto a più di 60 km dalla fine. La formazione statunitense non sembra al top per poter supportare il messinese. Un grande giro si vince in ogni minimo dettaglio, è inspiegabile lasciarlo allo sbaraglio.
Team Sunweb, 4: avevano una ghiotta occasione, quella di insidiare la maglia rosa a soli 34″ da Wilco Kelderman. Da squadra super attrezzata, più forte sulla carta, non hanno sfruttato una bella chance per giocarsi la leadership dell’olandese.
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lisa.guadagnini@oasport.it
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Foto: Lapresse