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Giro d’Italia 2020, pagelle di oggi: la brutta immagine del gruppo oscura il capolavoro di Josef Cerny

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Quella di oggi è stata una giornata ricca di polemiche, con la ribellione del gruppo davanti alle condizioni e la lunghezza della diciannovesima tappa del Giro d’Italia 2020 da Morbegno ad Asti. Anzi, l’Abbiategrasso-Asti, nei suoi 120 chilometri degni di una gara da dilettanti (o forse meno) che il gruppo, contro ogni logica e nella sua completa assurdità, ha affrontato prendendosi gioco degli organizzatori dal primo all’ultimo momento. Dopo aver ottenuto il contentino, la riduzione della tappa, tra un rimbalzo qua e là delle responsabilità, il tutto si è concluso con l’attesa infinita del plotone della maglia rosa, arrivato ad Asti alle prime luci della sera, in una bella e soddisfacente passerella a dir poco imbarazzante.

L’unica nota positiva è stata la magnifica vittoria in solitaria del ceco Josef Cerny. Il portacolori della CCC, presente nella fuga di giornata evasa alla nuova partenza da Abbiategrasso, dopo una grande bagarre in questo plotoncino, e un gruppo maglia rosa dormiente, ha deciso di anticipare i suoi compagni di attacco a 20 km dal traguardo. Ha poi resistito alla loro rimonta, conquistando meritatamente il primato sul traguardo di Asti. 

PAGELLE GIRO D’ITALIA 2020

Josef Cerny, 10: impeccabile l’azione del ceco della CCC, protagonista di un’azione da vero finisseur che ha risollevato in qualche modo una giornata da dimenticare. Ci aveva già provato nelle scorse tappe, ma non è mai arrivato il risultato pieno. Ci ha provato, ha insistito nuovamente, ha tentato fino all’ultimo. Ha animato una tappa brutta da vedere, dove è stato l’unico ha regalare un po’ di spettacolo al gruppo presente sulle strade.

Victor Campenaerts, 8: sicuramente il più attivo e grintoso del gruppo. Ha dato quello tutto quello che poteva muovendosi sempre e comunque in prima persona, senza esitare. Finora non ha stupito a cronometro, la sua specialità, ma in compenso ha svolto un lavoro di squadra veramente impeccabile che sì, meritava una bella ricompensa. Ci ha provato fino all’ultimo, ma non è bastato. Va premiata la sua caparbietà.

Jacopo Mosca, 7,5: il piemontese della Trek-Segafredo ha cercato di onorare la tappa di casa andando a caccia di una vittoria che avrebbe anche riscattato un Giro un po’ sottotono per la formazione statunitense. Era il più veloce tra i fuggitivi, e li altri lo sapevano. Forse forse avrebbe dovuto osare un po’ di più, ma siamo alla fine di una Corsa Rosa in cui ha dovuto supportare e proteggere sempre e comunque un capitano del calibro di Vincenzo Nibali.

Il gruppo, NC: siamo certi che c’è ancora qualche bimbo valtellinese deluso, magari con il suo cappellino del Giro, una maglietta, uno striscione, o una bandiera tricolore dipinta sul volto, oramai cancellata da un pianto infinito di chi aspettava con così tanta trepidazione questa giornata. Una giornata che i corridori della Corsa Rosa hanno preferito farsi in pullman in vista di una frazione da Juniores, facendosi beffa di tutti: organizzatori, pubblico e l’intero movimento ciclistico mondiale. Tutti sapevano che avrebbero dovuto affrontare 258 chilometri, che non ci si poteva aspettare di avere 20° a fine ottobre, eppure hanno preferito montare su una sceneggiata senza senso e logica per di avere il contentino. Un contentino per che cosa poi? Perlomeno avrebbero potuto ‘onorare’ quei 120 chilometri di corsa, manco quello. Una semplice passeggiata, una passerella da prime donne che non sa di niente. Bisogna soltanto essere felici di essere al Giro d’Italia in un periodo così complicato, e cercare di onorarlo dal primo all’ultimo chilometro. Così non è stato, e tutto quello che abbiamo visto negli scorsi giorni è stato cancellato in un niente in una protesta che non ha nulla a che vedere con la vera essenza di questo sport.

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Foto: Lapresse

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