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Giro d’Italia 2020, Vincenzo Nibali: “Lo sciopero? Mi hanno detto che è stato il CPA. Abbiamo corso in condizioni più estreme”

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Vincenzo Nibali è intervenuto durante il “Processo alla Tappa” su Rai2 al termine della 19ma frazione del Giro d’Italia 2020, caratterizzata dalla protesta dei corridori e da un percorso privato di 130 km perché ritenuto troppo lungo da affrontare sotto la pioggia e con queste temperature (ma alla partenza di Morbegno c’erano 14 °C, situazione tutt’altro che impossibile). Lo Squalo ha raccontato quello che è successo: “Quando sono arrivato al foglio firma ho visto che c’erano tutti i corridori radunati. Nessuno ha parlato con me, è arrivata questa decisione e si è deciso di fare questo taglio della tappa. Non si sa il motivo e mi hanno detto che è stato il CPA (Associazione Ciclisti Professionisti, ndr)”.

Il siciliano ha proseguito: “Hanno detto che sapevamo? Una chat di Telegram non è il modo giusto per parlare, Bernard (Julien, suo compagno di squadra, ndr), mi ha detto che la sera prima c’erano dei rumors, ma non pensavo a un taglio della tappa così. Noi oggi siamo partiti ben vestiti sapendo di fare 250 km sotto la pioggia e ovviamente anche la sera prima avevamo mangiato per fare una giornata così“.

Il 35enne ha concluso: “La decisione è particolare, difficile dire se è giusta o no. Penso che abbiamo corso in condizioni più estreme, questa era un po’ al limite, ma non so dire se era il modo giusto di prendere questa decisione. Onestamente non lo so“.

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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