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IndyCar Series 2020, Scott Dixon distrugge l’impero Penske e si conferma nella storia

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Scott Dixon è il nuovo campione del NTT IndyCar Series 2020. Il neozelandese ha scritto una nuova pagina di storia della principale serie statunitense riservata alle monoposto. Il beniamino di casa Ganassi ha strappato il sesto titolo in carriera, un risultato meritatissimo in un annata che lo ha visto primeggiare in quattro occasioni. Il #9 del gruppo si conferma l’unico vero outsider dell’armata Penske, compagine che ad inizio anno era attesa alla conferma dopo gli i domini degli ultimi campionati.

Al termine della stagione possiamo affermare che il 2020 verrà ricordato come un anno ‘deludente’ per l’armata Penske. Per la prima volta dopo sette anni, la squadra dell’ex pilota di F1 Roger Penske non inserisce nella propria bacheca il titolo piloti o la 500 Miglia di Indianapolis.
L’americano Josef Newgarden #1, il francese Simon Pagenaud #22 e l’australiano Will Power #12 non sono riusciti a fronteggiare un Dixon che, nelle prime prove dell’anno, non aveva rivali.

Il campione 2020 della serie ha iniziato la stagione agonistica, la prima con il nuovo sistema di sicurezza ‘aereoscreen’, con tre successi consecutivi. Il catino di Fort Worth (Texas), il road course di Indianapolis (Indiana) e la gara-1 di Road America (Wisconsin) sono state ad appannaggio del campione 2008 dell’Indianapolis 500.

Il campionato per i diretti rivali di Dixon, gli alfieri di Penske, è iniziato praticamente dal quinto atto della stagione, la seconda tappa su ovale. Nel short-track dell’Iowa Speedway il francese Simon Pagenaud ha dato vita alla sua corsa dell’anno che gli ha permesso, dall’ultimo posto, di vincere su Dixon. Dopo l’affermazione del forte pilota transalpino è arrivata la prima gioia per il campione 2019, lo statunitense Newgarden. Il #1 del gruppo ha messo in bacheca la seconda prova in stagione, pronto a ben figurare in quel di Indianapolis.

La leggendaria Indy500, svolta per la prima volta nella storia senza tifosi e nel mese di agosto, è stata la chiave di volta nel campionato. Il giapponese Takuma Sato (Rahal) ha potuto scrivere per la seconda volta il proprio nome nella storia della Brickyard in una competizione che lo ha visto battagliare fino all’ultimo con Dixon. L’Honda #9 di casa Ganassi ha completato al secondo posto la corsa contro la mediocre prestazione dalla formazione di Penske, ampliata dalla speciale presenza del brasiliano Helio Castroneves #3.

Dopo prestigiosissima corsa che annualmente si tiene nel mese di maggio, Newgarden ha iniziato a diventare una minaccia alle spalle del pilota Ganassi che, dopo il 2° posto in Indiana, ha vinto la race-1 del Gateway. La Chevrolet #1 di Newgarden ha dominato la scena nella seconda prova e successivamente si è confermata al top nel doubleheader di Lexington (Ohio) e di Indianapolis, protagonista in questo 2020 di tre prove, tre delle quali sul road course.

Le mediocri prestazioni di Dixon hanno riaperto un campionato che sembrava già deciso, prima della competizione di St. Petersburg (Florida). Nell’ultima prova lo spettacolo non è mancato con Newgarden che ha cercato in tutti i modi di impensierire il rivale. Il due volte campione della serie si è imposto nella gara che ha visto Dixon in gestione dal primo all’ultimo passaggio. Il neozelandese ha controllato la situazione, amministrando con esperienza l’ampio gap a disposizione.

Per il pluricampione neozelandese si tratta di un anno fantastico, una stagione che lo ha visto tagliare il traguardo delle 50 vittorie in carriera. Ricordiamo infatti che, oltre all’impegno a ruote scoperte, Scott ha messo in bacheca la 24h di Daytona e la Petit Le Mans, competizioni che compongono l’IMSA WeatherTech SportsCar Championship, la principale serie americana per GT e prototipi.

Oltre a Penske e Ganassi spicca un’altra formazione che ha sorpreso in questo 2020. Nonostante la mancanza di successi, evidenziamo le ottime performance i due piloti dell’Arrows McLaren. Il britannico Oliver Askew ed il messicano Pato O’Ward hanno insidiato le posizioni di vertice in svariati eventi, confermandosi al top su tutti i tipi di pista.

I due protagonisti, rispettivamente a segno nella principale serie propedeutica dell’IndyCar Series (l’Indy Lights) nel 2019 e nel 2018, hanno colto cinque podi in totale al termine di questa complessa stagione. O’Ward ha iniziato alla grande il campionato ed ha sfiorato il successo a Road Atlanta, beffato all’ultimo giro dallo svedese Felix Rosenqvist. Dopo la sconfitta in Wisconsin contro l’alfiere di Ganassi che dal 2021 sostituirà Askew proprio con McLaren, il campionato è proseguito con un ottimo sesto posto ad Indianapolis 500, un doppio podio nel doubleheader del Gateway Motorsport Park (Illinois) ed un secondo posto nel final round di St. Petersburg.

Oliver Askew (esordiente), a podio nella race-1 dell’Iowa e molto veloce per gran parte della 500 Miglia di Indianapolis, ha completato nel peggior dei modi il suo 2020 in seguito a  problemi di equilibrio e di coordinazione, danni riportati al termine del doubleheader di Mid-Ohio. Questo fatto ha rivoluzionato l’avventura del britannico in IndyCar Series che non ha avuto il permesso dei medici di partecipare alle due tappe di ottobre all’interno del road course di Indianapolis.

Con l’epilogo di St. Petersburg si chiude una deludente annata per Andretti Autosport. La seconda équipe principale per Honda ha puntato tutte le proprie carte sul giovane Colton Herta #88 e sull’esperto Alexander Rossi #27. I due americani, rispettivamente campione dei rookie nel 2019 e vincitore ad Indianapolis nel 2016, hanno faticato ad inizio 2020 per poi riprendersi nella seconda metà del campionato. Al termine delle 14 competizioni in programma, Rossi ha raccolto i propri risultati solo nel finale con quattro podi consecutivi nelle ultime cinque prove. Questi risultati hanno ‘salvato’ un 2020 molto deludente che ha visto Andretti in crisi anche ad Indianapolis 500. L’unica affermazione è stata quella di Colton Herta. Il #88 del gruppo, il più giovane vincitore di sempre in occasione del primo evento della storia al COTA (Texas), ha confermato il proprio talento nonostante le tante difficoltà incontrate.

Al termine dell’appuntamento cittadino di St. Petersburg sottolineiamo l’ottimo esordio di Rinus VeeKay. Il portacolori di ED Carpenter Racing per l’intero anno ha vinto la classifica dei rookie. Il giovane olandese, proveniente dell’Indy Lights, ha conquistato il primo podio in carriera nella seconda prova del road course di Indianapolis, evento in cui ha strappato la sua prima pole-position .

Per la seconda volta  il giapponese Takuma Sato ha riscritto il proprio nome nell’IndyCar Series. Il nipponico di casa Rahal, già primo nell’Indy500 nel 2017, ha meritato la vittoria nella competizione più importante della serie, dopo una lunghissima battaglia con Dixon. Il risultato nel catino di Speedway ha concesso al nipponico di vincere per la sesta volta in carriera nell’IndyCar Series, la terza volta su un ovale.

L’IndyCar Series 2020 è entrata, per certi versi, nella storia. Abbiamo assistito infatti per la prima edizione dell’Indy500 nel mese di agosto, la prima senza pubblico in un calendario che è stato più volte modificato. Per la prima volta la gestione Penske ha anche inaugurato l’aereoscreen, dispositivo di sicurezza per proteggere la testa del pilota che, nelle categorie a ruote scoperte, è la parte più a rischio in caso di incidente.

Lo spettacolo non è mancato in una serie che regala sempre emozioni. Appuntamento al 2021!

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Foto: LaPresse

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